Fincantieri, carichi record, lievitano anche i guadagni

Oltre 100 unità da realizzare per un portafoglio di oltre 32 miliardi. Primo semestre in crescita: ricavi in aumento del 10%
L'AD di Fincantieri Giuseppe Bono alla cerimonia del taglio della prima lamiera della nave da crociera "Silver Muse" a Genova, 24 luglio 2015..ANSA/LUCA ZENNARO
L'AD di Fincantieri Giuseppe Bono alla cerimonia del taglio della prima lamiera della nave da crociera "Silver Muse" a Genova, 24 luglio 2015..ANSA/LUCA ZENNARO

TRIESTE Giuseppe Bono non può che essere soddisfatto del primo semestre 2018 di Fincantieri. I principali indicatori migliorano e - dichiara l’amministratore delegato del gruppo navalmeccanico - «vedranno un’accelerazione nella seconda metà dell’anno, confermando le linee guida del Piano industriale». La previsione sull’intero 2018 è rassicurante, poichè l’andamento è considerato in linea con il Piano industriale: l’unica annotazione in negativa controtendenza è rappresentata dall’irrisolta crisi dell’oil&gas, che costringe la controllata Vard a cercare lavoro fuori dal tradizionale perimetro di committenza. Su due fattori, in particolare, si concentra la favorevole attenzione del manager calabrese: il carico di lavoro complessivo a quota record e «la nostra capacità di costruire e consegnare puntualmente prodotti ad altissimo valore aggiunto».

La prima voce si interpreta con l’ausilio di poche cifre: il portafoglio totale delle commesse - comprese anche quelle acquisite oltre il termine semestrale - supera i 32 miliardi con oltre 100 unità da realizzare, conferendo all’attività produttiva di Fincantieri una prospettiva sicura di alcuni anni. Solo nel 2018 - argomenta Bono - il gruppo svilupperà 15 milioni di ore lavorative nei siti italiani.

La seconda sottolineatura dell’amministratore delegato va a cogliere quella che per molti anni era stata la preoccupazione del vertice Fincantieri, ovvero la difficoltà di ottenere buona marginalità dal grande volume produttivo. Tante commesse, tanto lavoro, poco guadagno: adesso le cose stanno migliorando, anche perchè gli ordini ottenuti negli ultimi tempi sono stati mietuti durante una stagione positiva per la crocieristica, quindi a prezzi e a condizioni migliori rispetto al periodo critico del settore “cruise” tra il primo e il secondo decennio Duemila. Ecco allora che il margine operativo lordo sale a 183 milioni in aumento del 25% rispetto al semestre 2017, con un “margin” che lievita al 7,3% in confronto al 6,3% di un anno fa. Ecco che, di conseguenza, il risultato operativo viaggia da 88 a 118 milioni, era al 3,8% e migliora a 4,7%. I risultati di periodo risentono di una gestione industriale più tonica: il cosiddetto “adjusted” va da 28 a 39 milioni, quello aziendale cresce da 11 a 15 milioni ma sconta 32 milioni di oneri straordinari legati agli accantonamenti per i contenziosi giudiziari causati dall’amianto. Bene i ricavi gennaio-giugno, che incrementano del 10% a 2,5 miliardi. L’indebitamento è in campo negativo per 264 milioni, ma l’azienda, che anticipa la costruzione delle navi (soprattutto quelle da crociera), è avvezza ai saliscendi della finanza.

La nota, diffusa ieri sera dopo l’approvazione della semestrale da parte del consiglio d’amministrazione presieduto da Giampiero Massolo, ricorda l’accordo con Parigi per l’acquisizione del 50% di Stx, compreso il “prestito” dell’1% azionario allo scopo di ottenere la maggioranza “variabile”. —


 

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