Investimento in via Fabio Severo a Trieste, fiori per Marta sull’isola pedonale

Una testimone ricorda l’impatto costato la vita a Marta Gianelli. Ancora fiori sull’isola pedonale, spuntano multe sulle auto in divieto

Stefano Bizzi
I mazzi di fiori messi sull'aiuola spartitraffico a ricordo di Marta Gianelli (foto Lasorte)
I mazzi di fiori messi sull'aiuola spartitraffico a ricordo di Marta Gianelli (foto Lasorte)

Sull’attraversamento pedonale di via Fabio Severo teatro, venerdì sera, dell’investimento costato la vita alla 25enne ricercatrice universitaria Marta Gianelli, i mazzi di fiori si moltiplicano. Il pellegrinaggio di chi le ha voluto bene o vuole ricordarla non si è ancora arrestato e difficilmente si arresterà.

Nell’isola spartitraffico, però, a ricordare la tragedia dello scorso fine settimana sono soprattutto quei due pali di metallo ancora piegati e collegati tra loro dal nastro bianco e rosso posizionato dalle forze dell’ordine. Sono la testimonianza della violenza dell’impatto con il fuoristrada condotto dal cinquantanovenne dipendente comunale triestino Marzio Fabbri.

Marta uccisa a 10 minuti da casa: ma in via Fabio Severo si continua a correre
A sinistra Marta Gianelli, a destra i fiori in via Fabio Severo (Silvano)

«Una bomba», sintetizza Claudia Trani, testimone oculare di quanto accaduto. Nel momento dell’incidente la donna si trovava sul balcone di casa, al civico 75, il caseggiato sulla curva affacciato proprio sull’attraversamento pedonale. «Ero concentrata sulla macchina che arrivava veloce – ricorda – e ho sentito un botto che ha fatto affacciare alle finestre tutto il vicinato perché non si poteva non sentire. Una frazione di secondo dopo ho visto la ragazza a terra con la faccia riversa sull’asfalto. Il corpo era inerme: ho capito subito che l’esito era fatale».

La donna ha notato che negli ultimi giorni la velocità delle automobili è diminuita, ma, a dispetto della segnaletica stradale e della buona illuminazione, quel tratto di via Fabio Severo è sempre stato pericoloso e tale rimane. «Qua sotto ci sono stati altri incidenti gravi; non come quello di venerdì sera, ma è capitato che venissero falciate anche tre o quattro automobili in sosta in una volta sola. Non credo che in questo caso c’entrino i parcheggi irregolari, ma i veicoli posteggiati in divieto di sosta sono una costante».

Il marito della donna è da anni che segnala le criticità della zona all’Urp del Comune di Trieste e alla Polizia locale chiedendo di installare rialzi pedonali, attraversamenti protetti, rallentatori di velocità e semafori intelligenti, ma anche di contrastare in modo serio la sosta selvaggia e l’eccesso di velocità. «Oggi (ieri, ndr) anche mia figlia stava per essere investita», nota la donna.

Alla luce della morte di Marta Gianelli la coppia, anche a nome del condominio in cui vive e della comunità triestina più in generale, ha rinnovato l’invito a intervenire. Lo ha fatto inviando una pec anche al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, alla Prefettura, alla Direzione generale della Regione e all’Aci Trieste.

 

 

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