Rinvenuto un ordigno bellico nel porto di Trieste
L’ordigno è stato rinvenuto nei dintorni del Magazzino 57: in corso le verifiche tecniche preliminari al brillamento

Dagli scavi in porto emerge un ordigno bellico inesploso risalente alla Seconda guerra mondiale. Il ritrovamento è avvenuto nella mattinata di giovedì, a pochi passi dal Magazzino 57, affacciato su viale Campi Elisi.
Proprio nell’area interessata dal cantiere per il rinnovo del parco ferroviario. Che ci potessero essere delle bombe inesplose era stato messo in conto. Per questo ogni scavo è preceduto da attività di bonifica bellica, volte appunto a individuare eventuali ordigni inesplosi e neutralizzarli. Come è successo giovedì mattina all’interno del Punto Franco Nuovo, gestito dall’Autorità portuale.
Le infrastrutture erano state infatti pesantemente bombardata dagli Alleati tra il 1944 e il 1945, quando una pioggia di bombe ferì al cuore la città. Non tutte esplosero: alcune di loro “riposano” ancora nel sottosuolo.
Una di queste è riaffiorata, appunto, giovedì mattina durante i lavori. Quando tra le zolle di terra è spuntata la sagoma dell’ordigno, è scattata subito la procedura di sicurezza. L’area è stata evacuata e delimitata così da garantire l’incolumità del personale e mettere in sicurezza il sito. La mobilitazione di uomini e mezzi è stata ingente. Nelle operazioni sono stati coinvolti infatti, oltre all’Autorità portuale, i Vigili del fuoco, la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza e la Polizia del mare.
Oltre al Terzo Reggimento Genio Guastatori di Udine, intervenuto per accertare la natura e le condizioni dell’ordigno. Il sopralluogo dei Guastatori è uno step imprescindibile per pianificare le successive operazioni di bonifica e brillamento.
Del ritrovamento è stata informata la Prefettura, come da prassi. Non è la prima volta che la città e il circondario, martoriate terre di confine, si ritrovano con bombe inesplose. Residuati dei sanguinosi conflitti che hanno scandito il Novecento. Due anni fa, per esempio, in una dolina carsica alle porte della città erano venute alla luce 80 bombe a mano risalenti alla Prima guerra mondiale.
Gli ordigni bellici di fabbricazione austroungarica sono stati neutralizzati nell’agosto del 2023 dal personale del Terzo Reggimento Genio Guastatori di Udine. Gli specialisti erano intervenuti dopo la segnalazione fatta ai carabinieri di Villa Opicina da un escursionista che, a inizio novembre, le aveva individuate nel corso di una passeggiata nel bosco.
Da quanto era emerso, le bombe a mano (del modello Lakos) non sarebbero state abbandonate nel periodo bellico. È più probabile che fossero state messe lì in tempi recenti da qualcuno che voleva sbarazzarsene dopo averle, magari, trovate in una cantina da sgomberare o dall’erede di qualche collezionista. L’operazione è però pericolosa. Spostare un ordigno bellico senza le giuste competenze e precauzioni può risultare letale. Meglio affidarle agli artificieri.
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