Fiumicello: duemila persone per ricordare Giulio con una fiaccolata FOTO
FIUMICELLO. Strade chiuse, decine di agenti, tra carabinieri, polizia e municipale, operatori sanitari e Protezione civile saranno al lavoro, già dalle prime ore del mattino, per assicurare lo svolgimento in sicurezza della fiaccolata organizzata, questo pomeriggio, a Fiumicello. La manifestazione si terrà anche in caso di maltempo. Il paese è blindato. A partire dalle 18 è prevista la chiusura al traffico di tutta la zona centrale, tra via Gramsci e la zona scolastico sportiva.
Transennata anche via Bonetti, dove abita la famiglia Regeni. Il sindaco, Ennio Scridel, ha richiesto al comandante della polizia municipale di Cervignano, Monica Micolini, di far scattare l’ordinanza di chiusura della strada.
Troppi giornalisti, alcuni addirittura accampati con il furgone, e troppi curiosi davanti a casa Regeni. Ieri, in municipio, sono stati organizzati alcuni incontri per discutere i dettagli logistici della manifestazione. Il ritrovo, alle 18, è in piazzale dei Tigli. Rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, cittadini e anche esponenti della comunità musulmana della Bassa friulana hanno annunciato la loro partecipazione alla fiaccolata.
Invitati anche una ventina di sindaci della zona - tra i quali anche Marano Lagunare, paese originario del papà di Giulio - che porteranno la vicinanza di tutto il Friuli Venezia Giulia al paese e alla famiglia. «Ho appreso della triste notizia durante una riunione in municipio - spiega Devis Formentin, il primo cittadino del centro lagunare -. I maranesi sono rimasti molto colpiti dalla vicenda, in molti conoscono il papà. Il lutto si unisce ad altri che hanno colpito profondamente in queste settimane il paese».
La presenza alla fiaccolata di Formentin ha un significato che vuole andare anche al di là dei confini del singolo paese «e anche della nostra regione. È un gran bel segnale che associazioni e membri di diverse fedi e confessioni religiose e che i sindaci di molti paesi partecipino alla fiaccolata. È importante che l’Italia mostri la propria unità in un vicenda così grande e grave».
Saranno accese le candele e successivamente il corteo raggiungerà piazzale Falcone Borsellino, dove ha sede il Governo dei giovani. È previsto anche un intervento del parroco, don Luigi Fontanot, che leggerà un messaggio inviato dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli.
Questa mattina, durante la messa delle 10.30, il sacerdote ha rivolto un pensiero alla famiglia Regeni. Oggi, nel piccolo centro della Bassa, sarà proclamato il lutto cittadino. L’amministrazione sta cominciando a pensare al funerale, che sarà pubblico. La data non è ancora stata fissata in quanto dipenderà dai tempi dell’autopsia.
Ultimo atto di omaggio allo sfortunato concittadino sarà quello dell'intitolazione al suo nome del centro di aggregazione giovanile. Una struttura che Giulio aveva fortemente “voluto”, come gli amici hanno ricordato, durante il suo impegno, da giovanissimo, quando ricoprì il ruolo di “Sindaco dei ragazzi”. Una passione, quella dell'impegno sociale e politico, che ne ha caratterizzato la breve e intensa esistenza.
Intanto, arrivano anche alcune reazioni politiche. È il caso del Coordinamento della sinistra della Bassa Friulana e Isontina che esprime la più sincera e profonda vicinanza alla famiglia Regeni.
«Partecipiamo al dolore per la perdita di Giulio, avvenuta al Cairo nel modo più efferato e violento – si legge in una nota -. Giulio era un giovane della nostra comunità, cresciuto tra di noi con gli orizzonti della vita molto ampi, curioso delle cose che accadono nel mondo, studente che univa il suo impegno civile al suo lavoro di ricercatore. Insofferente verso le ingiustizie e i soprusi, per la difesa dei diritti umani e sindacali, anche nei Paesi tormentati come l’Egitto. Una persona splendida, di cui andare fieri, con idee e passioni da condividere e valorizzare. Le cause e la dinamica della barbara uccisione di Giulio sono in corso di ricostruzione ma quello che risulta certo è che Giulio è morto per le sue idee e questo non è giusto».
L’intero paese attende il rientro dei coniugi Regeni. «Siamo vicini di casa da trent’anni – racconta Ennio Battistuta -. Tra noi c’è un rapporto di collaborazione, affetto e dialogo. Paola, Irene e Claudio dovranno trovare la forza per andare avanti e noi saremo al loro fianco».
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