Fondazione Luchetta Curati 19 bambini in fuga da Africa, Afghanistan e Iraq

«Dopo il periodo difficile legato alla pandemia, dalla fine del 2021 l’attività è tornata gradualmente alla normalità, e la sede di via Valussi è quasi piena, l’ultima famiglia arriverà a breve». La presidente Daniela Luchetta ha aperto così ieri la relazione sul bilancio morale 2021 della fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, sottolineando una ripresa degli interventi di assistenza sanitaria internazionale. «Il viaggio a Trieste ha restituito la speranza – ha aggiunto – e la possibilità concreta di sopravvivere nel corso dell’anno a 19 bambini provenienti da Afghanistan, Costa D’Avorio, Eritrea e Iraq, accompagnati da 29 familiari, con permanenza media di 84 giorni per ogni nucleo familiare, e quindi per 4042 giorni complessivi di ospitalità».
Tra le tante storie che hanno caratterizzato il 2021, sono state citate due in particolare. «A gennaio – ha ricordato la presidente – il giornalista Rai Nico Piro ci ha segnalato la vicenda di una giovane madre afghana, bloccata nel campo migranti sull’isola di Lesbo insieme al figlio gravemente malato, partiti dall’Iran in cerca di cure. Oggi è seguito dall’ospedale di Udine».
E ancora una mamma con 6 figli, che ha perso il marito, con una bambina affetta da un tumore al cervello, «portata in Italia grazie a una serie di lunghi passaggi, operata a Udine, viene seguita dal Cro di Aviano ed è in fase di recupero». Un altro nucleo familiare è in arrivo dall’Afghanistan, il Paese che più di altri registra in questo momento situazioni di emergenza. Ma anche durante i mesi di attività ridotta delle case di assistenza, come nel periodo successivo al lockdown, la presidente ha spiegato come sia stato avviato un aiuto importante a 120 famiglie in difficoltà economica, con la distribuzione di cibo, iniziativa attuata anche attraverso il centro di raccolta Elide, che ha dato sostegno in particolare a migranti di passaggio o richiedenti asilo.
È proseguito il progetto in Albania di collaborazione con la clinica sanitaria “Salus” di Tirana, per l’accoglienza di bambini con patologie. Si è invece interrotto il progetto di collaborazione con Atmo (Fundacion para el Transplante de Medula osea) in Venezuela, a causa delle condizioni critiche del Paese. Dal 1998 ad oggi – è stato ricordato – grazie alla fondazione sono stati assistiti 795 bambini non curabili nei luoghi di provenienza, ospitando anche dei familiari al seguito: 1960 finora accolti. Tre le sedi messe a disposizione nel tempo, oggi con 68 posti letto complessivi, ci sono via Valussi e via Chiadino, e a Sgonico-Bristie la ristrutturata Casa Steffè.
Un appello dalla Luchetta è stato rivolto alle istituzioni cittadine e regionali per salvare proprio Casa Steffè a rischio chiusura a causa dello stop del progetto Sai-Siproimi e della rinuncia del Comune di Sgonico ai finanziamenti Spar erogati dal Ministero. «Il Comune non riesce a occuparsi dell’organizzazione – ha rimarcato – perché si tratta di un progetto molto farraginoso a livello burocratico e contabile. Per aiutare l’integrazione dei richiedenti asilo è necessario arrivare a procedure più semplici. Il centro è ancora operativo ma a breve anche l’ultima famiglia sarà trasferita. Speriamo in un intervento delle istituzioni».
Arriva infine il video che racconta l’impegno della fondazione, con le testimonianze di tre amici: tre importanti nomi del giornalismo, che alla fondazione Luchetta hanno dedicato un saluto speciale, a cominciare da Riccardo Iacona, volto notissimo di tante inchieste e conduttore di Presa Diretta su Rai3, e poi Nico Piro e Alessio Zucchini, anchorman del Tg1. Il video sarà sul sito e i social della Fondazione. Dettagli su fondazioneluchetta.eu. —
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