Foto alle cameriere 4 mesi al gestore del bar di Economia

Le ritraeva di nascosto mentre si cambiavano, condannato Stelio Cancelliero. Ma per la violenza sessuale è stato assolto
Di Claudio Ernè
Lasorte Trieste 20/03/12 - Università, Interno Bar Facoltà Economia
Lasorte Trieste 20/03/12 - Università, Interno Bar Facoltà Economia

La cameriera del bar era consenziente e si era messa in posa davanti all’obiettivo per farsi ritrarre in numerose pose tra il glamour e l’audace-sexy. Una decina di queste immagini esibite al giudice Enzo Truncellito stanno alla base dell’assoluzione di Stelio Cancelliero, 50 anni, gestore del bar della facoltà di Economia dell’Università, condannato invece per un altro reato.

La cameriera aveva denunciato il gestore sostenendo di fronte al pm Lucia Baldovin di essere stata costretta a subire le “attenzioni” del datore di lavoro che si riteneva un fotografo e che - secondo l’esposto - pretendeva che la giovane dipendente si mettesse a sua disposizione davanti all’obiettivo. Lui era pronto e determinato a raccogliere dettagli del corpo che raramente vengono esposti alla luce del sole.

Secondo la denuncia la ragazza, nell’entusiasmo della ripresa, sarebbe stata sollevata e depositata un po' più in su delle ginocchia dell’operatore. Un “contatto” non voluto e imbarazzante che per la legge è violenza sessuale. Ma l’istruttoria svolta in aula e soprattutto le immagini esibite dal difensore del barista, l’avvocato Davor Blascovich, hanno indotto la stessa rappresentante dell’accusa a chiedere il proscioglimento dell’imputato per questa ipotesi di reato. «Il fatto non costituisce reato» ha detto il giudice dopo aver capito che la ragazza era stata disponibile a farsi fotografare dal maturo e fantasioso “artista”. Caso chiuso, almeno su questo versante.

Stelio Cancelliero, al contrario, è stato condannato a quattro mesi di carcere per aver fotografato dal buco della serratura della porta dello spogliatoio del bar altre giovani dipendenti che si stavano cambiando d’abito. Immagini “rubate” di cosce nude, caviglie tornite, fondoschiena abbronzati, decolleté abissali. Tutte le foto erano destinate a entrare a far parte del suo archivio privato, ma malauguratamente sono state portate alla ribalta da quanto era emerso nel corso della primo troncone d’inchiesta, quello conclusosi con l’assoluzione dell’imputato. Al barista è stata concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione sul casellario giudiziario. Questo induce a pensare che la vicenda delle foto scattate attraverso il buco della serratura dello spogliatoio, potrebbe concludersi qui, senza ulteriori tappe e rinvii davanti ai giudici della Corte d’appello.

Attraverso il buco della serratura erano state immortalate di nascosto con l’obiettivo sei ignare dipendenti, una sola delle quali ha però ritenuto di agire in giudizio. Le altre hanno fatto spallucce, rinunciando a presentare la querela anche se le fotografie erano risultate piuttosto piccanti.

Il processo si è svolto per scelta del difensore del barista con rito abbreviato, a porte chiuse evitando così in un verso la curiosità del pubblico per la boccacesca vicenda e nell’altro l’imbarazzo delle cameriere. Per far assolvere il proprio cliente l’avvocato Blascovich ha esibito copia delle immagini della prima denunciante, estraendole dall’archivio privato del barista. Poi l’arringa, facilitata peraltro dalla richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura per il reato più grave.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo