Fotografo ed ex ballerino Danzò con la Fracci
«Ce l’aveva nel sangue, nel suo Dna la passione per la speleologia. Mi aveva fatto conoscere quel mondo sotterraneo. Ma Franco non era una persona imprudente. Era attento, meticoloso, preciso», dice la moglie Franca Desinio. E ricorda l’ultimo istante: «Se n’è andato da casa attorno alle 12.30...». Tiralongo era nato a Trieste nel 1939, figlio di un pugile. Nella metà degli anni Cinquanta aveva iniziato ad andare in grotta con il Gruppo triestino speleologi con cui, nel 1955 partecipò alla spedizione all’abisso Gaché in Piemonte, una tragica spedizione funestata dalla morte di Lucio Mersi precipitato durante una manovra alla sommità nel pozzo di 130 metri.
Franco Tiralongo aveva frequentato la scuola di danza classica ed era stato un ottimo ballerino. Aveva calcato i palchi di mezza Europa. E anche quello dell’Oper der Stadt di Bonn come primo ballerino tra il 1962 e il 1963. Quasi tutti gli enti lirici lo hanno avuto nei loro teatri. Aveva lavorato con Carla Fracci. La sua seconda passione era la fotografia. Tiralongo aveva allestito mostre con le sue immagini in molte città italiane. Nel 1975 al teatro Comunale di Bologna poi alla Marittima di Trieste e ancora a Pordenone e Monfalcone, solo per ricordare alcune sedi espositive. Ricorda ancora la moglie, anche lei ex ballerina: «Franco non si separava mai dalla sua macchina fotografica. Questa sua grande capacità di capire l’immagine era riuscito a trasferirla nell’ambiente delle grotte. In 15 anni ha realizzato foto e documentari di grande suggestione e bellezza utilizzando le sue competenze scenografiche e montando le luci all’interno delle cavità nel modo più appropriato. Così aveva illustrato le meraviglie nascoste dell’altipiano». Aggiunge ancora la moglie: «Ora sono sola. Sono disperata. Franco mi ha dato il senso della vita. Assieme abbiamo ballato sui palcoscenici e assieme siamo scesi nelle grotte». (c.b.)
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