“Fratelli contro” del regista Belluco arriva a Trieste e racconta la guerra civile in Italia

Il docufilm verrà proiettato venerdì alle 21 al cinema Super di via Paduina

Lorenzo Degrassi
Un momento della lavorazione del film
Un momento della lavorazione del film

Verrà proiettato venerdì alle 21 al cinema Super di via Paduina il docufilm “Fratelli contro – dall’eccidio all’egemonia”. Girato tra Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, il documentario racconta e analizza episodi cruenti che sono stati a lungo spiegati come accadimenti marginali legati alla seconda guerra mondiale. Il docufilm, diretto da Antonello Belluco (nella foto al lavoro) e con la sceneggiatura e il soggetto dello stesso Belluco e di Raffaella Lucietto, si avvale del contributo diretto di giornalisti, psicologi, fra i quali Vera Slepoj recentemente scomparsa, studiosi e custodi della memoria storica dei fatti narrati, dovuti alle conseguenze di una guerra civile aspra e lacerante, per più di ottant’anni giudicati poco significative anomalie.

«Dopo il film “Il segreto d’Italia” uscito nelle sale italiane nel 2014, selezionato a Montreal e premiato come Miglior Film Straniero nella 30ª edizione del Fort Lauderdale International Film Festival svoltosi in Florida (Usa) nel novembre 2015 – spiega il regista Belluco – si decise, sin d’allora, di realizzare un documentario su ciò che accadde nel periodo della guerra civile fra il 1943 e il 1945». Il documentario è la conclusione di più di dieci anni di ricerche da parte degli autori ed è costituito da una raccolta di documenti e testimonianze inedite relative a eventi sanguinosi e poco conosciuti che caratterizzarono alcuni fasi finali della guerra e dell’immediato dopoguerra. «Ma i numerosi eccidi non soltanto di fascisti, ma anche di civili inermi, di ex militari, di sacerdoti e di persone non compromesse con il fascismo da parte di elementi appartenenti a formazioni partigiane di matrice comunista, mettono in luce fatti importantissimi – spiega Belluco –. Il reale obiettivo, di alcuni gruppi partigiani di ideologia comunista, era quello di andare ben oltre la lotta al fascismo repubblicano di Salò, con il tentativo di edificare in Italia, dopo la fine del conflitto mondiale, un altro regime, stavolta di stampo sovietico. Questo documentario-inchiesta prova dunque ad andare in profondità, mettendo in luce verità mai raccontate, con l’obiettivo di conoscere questi fatti per quello che hanno rappresentato, senza narrazioni manichee e scopi revisionistici, ma con il solo obiettivo di comprendere meglio il nostro passato».

Alla prima triestina di venerdì saranno presenti gli autori e il giornalista Fausto Biloslavo il quale, nel corso del lungometraggio, ha intervistato la psicologa Slepoj, l’autore di documentari della Rai Enzo Cicchino, il presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli Roberto Volpe, la presidente dell’Associazione Familiari Vittime Schio Matilde Sella e i familiari delle persone uccise negli eccidi.

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