Fulminato da un infarto dopo la partitella di tennis

È morto alla fine della settimanale partita di tennis tra amici. Dorino Degrassi, 57 anni, funzionario regionale, è stato fulminato da un malore improvviso, dopo l’ultimo tie break. Si è accasciato e ha perso i sensi.
È successo nel campo di villa Giulia in via Settembrini. Stava giocando, com’era consuetudine, la partita con il suo amico Michele Molino. È stato lui ad assistere alla tragedia. È corso dai carabinieri a chiedere aiuto. A tentare un disperato, quanto inutile soccorso. Un militare ha praticato al tennista il massaggio cardiaco. Poi è giunta l’ambulanza del 118. Il medico purtroppo non ha potuto fare altro che constatare la morte attribuita a un arresto cardiaco, un probabile infarto da sforzo. Che è sopravvenuto all’ultimo minuto del match, al cambio dell’ora. E a vederlo esanime sul terreno sono stati anche altri due giocatori, anche loro frequentatori abituali della struttura di via Settembrini arrivati dopo pochi minuti.
Il tennis era una delle sue grandi passioni. Dorino Degrassi non avrebbe mai rinunciato alla sua partitelle settimanali con Michele. «L’ho visto cadere a terra. - racconta sconvolto Molino - Ero dall’altra parte del campo e stavamo uscendo per rientrare a casa. È successo all’improvviso. Gli sono corso incontro, l’ho chiamato e non mi ha risposto. Mi sono reso conto che la situazione era molto grave. Dovevo chiedere aiuto».
L’uomo è andato a cercare il cellulare nel borsone. Ma se lo era dimenticato. Allora ha guardato nel borsone dell’amico, ma nemmeno lui se l’era portato. Così è corso dai carabinieri. La stazione di Scorcola si trova a una ventina di metri in linea d’aria. Ha suonato il campanello e ha spiegato al militare che in quel momento ha aperto la porta, cosa era successo. Il carabiniere non ha esitato. Ha raggiunto il tennista e ha tentato il tutto per tutto per rianimarlo. Ma come detto, non c’è stato nulla da fare.
È sconvolta la moglie Annalisa, dipendente comunale. «Dorino era uno sportivo. Giocava a tennis, ma spesso andava anche in montagna. Era uno che amava la natura. La sua passione era il bird wathing». Pensa alla fatalità dei telefonini dimenticati da entrambi. Ricorda: «Mi hanno detto che il carabiniere prima e poi gli uomini del 118 hanno tentato di tutto per salvarlo...». Aggiunge: «Qualche settimana fa non aveva potuto andare a giocare a tennis per un’influenza. Era dovuto restare a casa, ma non si sentiva indebolito».
Anche Michele non se ne fa una ragione di quello che è successo al campo da tennis. Dorino era uno dei suoi più cari amici: «Non aveva particolari problemi di salute. Non capisco, non riesco ad accettare quello che è successo. Mi aveva accennato a un’influenza. Ma un’influenza non può uccidere». Poi continua: «Era una persona generosa. Uno che amava la vita e la famiglia alla quale era profondamente legato. Gli piaceva fare lunghe paseggiate nel silenzio della natura....».
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