Fulminato da un infarto in una profumeria in Corso
Stroncato da un infarto mentre è in profumeria. È il tragico destino di M.M., goriziano, sulla cinquantina, dipendente dell’attività di torrefazione Mattioni. Il decesso si è verificato ieri mattina: a nulla sono valsi gli sforzi e l’impegno degli operatori del 118 che hanno cercato in tutti i modi di strapparlo alla morte.
Questo, in estrema sintesi, quanto accaduto ieri mattina in Corso Italia.
I fatti. Entra in negozio, la profumeria “Candy Beauty Bar” di Corso Italia che si trova al pianoterra del palazzo che ospita la nostra redazione. Saluta la titolare, che è una sua conoscente, e se va: doveva raggiungere una banca vicina per effettuare delle commissioni.
Ma rientra quasi subito accusando un forte malore. Chiede alla titolare della profumeria di sedersi un attimo. È molto pallido e riesce a malapena a sorreggersi in piedi. Un altro commerciante lo assiste e inizia ad effettuare il massaggio cardiaco. Quasi contemporaneamente arrivano i soccorsi: un’ambulanza e l’automedica. I sanitari del 118, capita immediatamente la gravità della situazione, iniziano a soccorrerlo. Per parecchi minuti si prodigano con il massaggio cardiaco per cercare di strapparlo alla morte. Sono attimi concitati mentre all’esterno della profumeria si forma un piccolo capannello di curiosi che non riescono a capire cosa sta succedendo all’interno. E si iniziano a formulare ipotesi. Qualcuno cerca anche di catturare qualche particolare “spiando” all’interno della profumeria ma tutto si svolge in una piccola stanza retrostante al negozio. Peraltro, ieri mattina, la città era più vivace del solito: “Gusti di frontiera” stava aprendo lentamente le sue porte e in molti, nonostante la giornata piovosa, hanno approfittato per un primo giro fra standisti, fornelli, proposte enogastronomiche. Comprensibilmente sotto choc la titolare della profumeria che, sino a qualche minuto prima, aveva parlato con l’uomo, il quale - da quanto si è potuto apprendere - non era cardiopatico. Arriva anche la polizia con due pattuglie: raccolgono testimonianze e costruiscono un rapporto di quanto è accaduto.
Immediatamente su Facebook, sulla pagina di “Sei di Gorizia se”, scatta il solito tam-tam. Qualcuno, accortosi che c’era un inconsueto viavai di 118 e Polizia in Corso Italia, comincia a favoleggiare, parlando di una rapina. Chissà quali sono state le sue fonti. Qualcun altro corregge il tiro: non è una una rapina ma un decesso, utilizzando dei toni “da osteria” a dir poco discutibili e per nulla rispettosi, considerato che eravamo di fronte a una tragedia. Il dibattito (e poi chissà cosa c’era da dibattere e postare...) si incanala poi nella giusta direzione, quando qualcuno inserisce la notizia pubblicata sul sito web del Piccolo, priva di indicazioni sull’identità del deceduto. Anche in redazione arrivano telefonate di curiosi che vogliono sapere cosa sta succedendo in quella profumeria.
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