Furti di collanine durante feste e serate: arrestati 7 ventenni al Molo Quarto

Bloccati e perquisiti dai Carabinieri. Erano arrivati in città dopo aver noleggiato delle auto e prenotato un hotel in centro
Una festa organizzata al Molo Quarto
Una festa organizzata al Molo Quarto

TRIESTE Gentili, educati, di buona famiglia. Ma con il vizietto dei furti. Furti di collanine d’oro e d’argento, per l’esattezza, che strappavano ai malcapitati infiltrandosi nelle feste notturne, nelle discoteche e nei locali pubblici affollati. E poi si dileguavano approfittando della calca, facendo perdere le proprie tracce. Ma stavolta è andata male: dopo le collane, si sono trovati anche le manette.

È finita con l’arresto a Trieste durante la serata di sabato in Molo Quarto, l’avventura criminale di sette giovani genovesi ricercati da mesi dai Carabinieri. Una vera e propria banda ritenuta responsabile di vari colpi messi a segno nel Nord Italia, tutti con la stessa tecnica.

Si tratta del ventunenne Fabrizio Piccardo, del ventunenne Soufiane Amarir (nato in Marocco), della ventenne Sarah Ghiorzi, del ventiduenne Maurizio Tyron Messina, del ventiduenne Tiago Papallo, del ventitreenne Mariano Oerlen Urina Cardenas (nato in Ecuador) e del ventitreenne Dario Galluzzo (nato ad Agrigento). Da quanto risulta sono tutti incensurati. Insospettabili, si direbbe. Ma ben organizzati.

Per la sortita di sabato avevano noleggiato due automobili a Genova e prenotato un hotel in centro a Trieste. Le spese del viaggio e del pernottamento, che a detta degli investigatori probabilmente superavano il bottino, venivano divise tra il gruppetto alla fine del blitz.

Sabato sono entrati in Molo Quarto assieme ad altre centinaia di giovani triestini. Una serata di festa e musica, ma con un chiaro obiettivo: rubare.

Ma non subito. Il piano della banda di ventenni prevedeva prima un “posizionamento”: mettersi a ballare tra i ragazzi, osservarne i movimenti, localizzare le possibili vie di fuga e scegliere le prede. E quindi agire. Esattamente lo stesso schema provato e ripetuto nel resto dei locali del Nord Italia. Finora era andata bene.

Nel giro di poco tempo sabato sono riusciti a strappare dal collo delle loro vittime cinque collane d’oro e d’argento. Funzionava così: uno afferrava la collanina e poi la passava ai complici. Previa telefonata d’intesa.

Ma i sette non sapevano che ormai gli investigatori erano alle loro calcagna. Erano intercettati e pedinati dai Carabinieri di Rovereto (dell’operazione è stato messo al corrente il comando di Trieste), da cui evidentemente era partita l’indagine. Un’inchiesta scattata dopo i furti avvenuti nei mesi scorsi. Per entrare in azione i militari aspettavano solo il momento buono. Così è stato: quando i giovani genovesi sono stati fermati e perquisiti nel locale del Molo Quarto, addosso avevano cinque collane arraffate pochi istanti prima. Una la custodiva il ventunenne Piccardo, pizzicato proprio mentre la stava per passare al ventiduenne Papallo. Per scambiarsi la refurtiva i due si erano sentiti al cellulare. Una collanina d’oro era invece nel reggiseno della ventenne Ghiorzi: era stata strappata a un ragazzo in un’operazione tra il ventunenne Amarir e il ventiduenne Messina.

I sette sono finiti in cella, dove hanno trascorso almeno una nottata. Sono stati scarcerati dal pm Federico Frezza, il magistrato che si è occupato a Trieste del caso, proprio perché incensurati. Chi li ha incontrati, dopo l’arresto, parla di ragazzi «per bene, educati, gentili e ben vestiti». Anzi, «spauriti»: mai avrebbero pensato di trovarsi dietro alle sbarre come criminali.

La banda ha confessato. Non è chiaro cosa spingesse il gruppetto a girare il Nord Italia per rubare nelle discoteche: il ricavato dei furti forse non copriva nemmeno le spese del noleggio delle auto, della benzina, dell’autostrada e degli hotel. Più che i soldi cercavano l’adrenalina, forse. Il brivido del colpo. —


 

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