Gavio alla “conquista” dello Scalo Legnami di Trieste

TRIESTE «I lavori veri e propri partono ufficialmente mercoledì», ha dichiarato ieri pomeriggio l’ingegner Vittorio Petrucco titolare di Icop costruzioni, la società capofila della cordata che in due anni e mezzo dovrebbe aver completato la realizzazione del primo lotto della Piattaforma logistica. Non parlava di aria fritta dunque James Pingani, manager del Gruppo Gavio quando, pressoché contemporaneamente, al telefono da Genova affermava che: «Si sta creando nel porto di Trieste un’area di forte interesse strategico alla quale guardiamo con attenzione». Quell’area comprende in fila, partendo dal centrocittà: Scalo Legnami, Piattaforma logistica e banchina della Ferriera, complessivamente un megaterminal che in futuro dovrebbe essere uno dei principali hub dei traffici di merci varie, inclusi traghetti ro-ro e non esclusi container, dell’Adriatico.
Le manovre attorno a questo megaterminal sono già incominciate e il Gruppo Gavio, che riguardo alla Piattaforma logistica in sè ha tenuto un atteggiamento che dall’esterno potrebbe sembrare “schizofrenico”, parte da un ottimo trampolino che è appunto quello dello Scalo Legnami: della società che lo gestisce, General cargo terminal, detiene la maggioranza relativa, cioé il 49% delle quote. Voci recenti ben fondate davano per imminente un aumento della partecipazione azionaria da parte del colosso di Tortona. «Può essere, ma non è ancora certo», ha detto ieri Pingani specificando un po’ sibillinamente che «dipende dall’andamento di certi fattori economici europei. Alla fine della prossima settimana - ha aggiunto - potremo dare notizie ufficiali». A cedere quote nel caso potrebbe essere la Samer&co, shipping che ha il 20%. «Siamo a disposizione - ha ribadito ieri Enrico Samer - dipende solo da Gavio». Perché, “in compenso” la Samer seaports&terminal sta acquisendo («Dovremmo chiudere entro metà marzo», parole ancora di Samer) il 100% del Terminal frutta dal quale, al contrario, Gavio si sta sfilando.
In porto dunque sono in atto grandi operazioni di riposizionamento strategico con differenziazioni quasi localizzate in macroaree e un numero ristretto di operatori che stanno concentrando nelle proprie mani ampie porzioni di territorio. I turchi, che della Samer detengono il 60% con la Un ro-ro e che sono proprietari della flotta che percorre la più affollata autostrada del mare per ro-ro in Mediterraneo, quella tra Trieste e la Turchia, dopo il controllo del terminal di riva Traiana, si accaparrano pressoché per intero l’adiacente Molo Quinto dov’è appunto collocato il Terminal frutta, ma con la Ulusoy hanno anche il 55% della Timt (45% Samer) che gestisce un ormeggio alla radice del Molo Settimo dal quale partono altri traghetti turchi.
Prima di arrivare al Molo Settimo, regno di Pierluigi Maneschi, si staglia il Molo Sesto dove Francesco Parisi ha messo in piedi e ben lanciato nel giro di pochi anni l’Europa multipurpose terminals. Ma lo stesso Parisi, assieme a Cosmo Ambiente e a Interporto di Bologna affianca anche la Icop nella Piattaforma logistica. Pare che all’interno di questa cordata una possibile collaborazione con Gavio non soltanto sarebbe tollerata, ma perlomeno da alcuni addirittura auspicata. «Ci sarà la possibilità di fare alcuni discorsi seri e interessanti», si è limitato ieri a dire Pingani che si è spinto più in là per quanto riguardo quello che fino a poco più di un anno fa era un semplice molo a Servola e che ora sta diventando un polo intermodale a servizio degli stabilimenti del Gruppo Arvedi e in primis di Siderurgica Triestina che è proprietaria della Ferriera. Già l’anno scorso infatti St ha movimentato anche 700 treni con prospettive di raddoppio, mentre qualche nave in arrivo, dato che la banchina era occupata, ha dovuto essere dirottata appunto su quella dello Scalo Legnami a dimostrazione che il megaterminal sta già nascendo nei fatti. «Con Arvedi vorremmo poter collaborare in modo sistematico - ha aggiunto Pingani - ma anche con altre realtà industriali».
Un ampliamento del ruolo logistico di Gavio in quest’area potrebbe dunque apparire scontato anche se in passato l’atteggiamento del gruppo piemontese nei confronti in particolare della Piattaforma logistica è stato contraddittorio: prima ha annunciato un possibile investimento sull’area di 100 milioni di euro, poi ha detto che non avrebbe nemmeno partecipato alla gara perché giudicava il progetto obsoleto. Ora però il suo posizionamento geografico all’interno dello scalo triestino sta cambiando: addio al Terminal frutta dove i traffici non sono mai realmente decollati e rinforzo strategico allo Scalo Legnami, posizione molto più favorevole per spiccare il balzo sul megaterminal del futuro.
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