Giallo di Trieste, i consulenti del pm: “Liliana Resinovich è morta per soffocamento”
Il decesso è avvenuto 48/60 ore prima del rinvenimento del corpo: la Procura conferma la morte per asfissia

TRIESTE Liliana Resinovich è deceduta per «morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo» e il decesso risalirebbe a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso.
Sono le conclusioni dei consulenti del pm, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, incaricati dalla Procura di Trieste di indicare l'epoca della morte e le cause che l'hanno determinata, la cui consulenza è stata depositata, come ha reso noto in un comunicato la stessa Procura della Repubblica, che conferma quindi quanto uscito sulle pagine del Piccolo lo scorso agosto.
Liliana Resinovich scomparve di casa, a Trieste, a metà dicembre, il corpo fu ritrovato il 5 gennaio.
Per quanto riguarda la conclusione definitiva delle indagini, la nota firmata dal procuratore De Nicolo continua dicendo che l’ufficio “valuterà ora, all’esito della ragionata disamina complessiva di tutte le risultanze dell’indagine – rappresentate sia dalle altre consulenze effettuate sia dalle investigazioni compiute in tutte le possibili direzioni dalla polizia giudiziaria – se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano state opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d’intentato per fare piena luce sull’episodio”.
Rimangono quindi più dubbi che certezze. Più domande che risposte. La certezza dei medici legali, infatti, paradossalmente riapre attorno al giallo una marea di interrogativi: cosa ha fatto la donna nelle tre settimane intercorse tra la data della scomparsa e il giorno del decesso? Dov’è stata? Dove ha dormito? Com’è possibile che nessuno l’abbia vista per così tanto tempo? E cosa ha mangiato? Più domande che risposte.
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