Gioielli rubati a Elisabetta Cividin A processo Benvenuti e la madre

Furto e calunnia: in aula il figlio del campione di boxe, ex compagno della leader dei Giovani industriali che si è costituita parte civile. Giuliana Fonzari accusata di ricettazione. Sparirono Rolex e bracciali
Lasorte Trieste 12/01/11 - Assindustria, Presentazione progetto L'imprenditore in classe, Elisabetta Cividin, Presidente Giovani Industriali
Lasorte Trieste 12/01/11 - Assindustria, Presentazione progetto L'imprenditore in classe, Elisabetta Cividin, Presidente Giovani Industriali

di Claudio Ernè

Gioielli rubati in casa di Elisabetta Cividin. Gioielli trovati dai carabinieri nella residenza ufficiale di Stefano Benvenuti, ex compagno dell’imprenditrice, e di sua madre Giuliana.

Si annuncia come un appuntamento di una Dinasty tutta triestina, il processo che vede sul banco degli imputati Stefano Benvenuti, figlio di Nino, già campione olimpico e mondiale di pugilato. Stefano è accusato di furto e di calunnia. Accanto a lui, nello stesso incomodo ruolo, sua mamma Giuliana Fonzari, imputata di ricettazione e per anni moglie di Nino, nonché “padrona” sul colle di San Luigi di villa Macrì, oggi finita in altre mani a seguito di un crac finanziario che tenne banco sulle pagine dei rotocalchi.

Nel processo è coinvolta come parte offesa Elisabetta Cividin, presidente dei giovani industriali triestini, figlia dello scomparso Mario, l’imprenditore edile e mecenate, già candidato al Senato per la Dc, già protagonista orgoglioso e tenace della Tangentopoli cittadina.

Il difensore di Benvenuti, l’avvocato Luca Maria Ferrucci, ha citato come testimone Donatello Cividin, erede dell’impero del padre e le altre sue sorelle nate dai matrimoni ma anche al di fuori dei legami ufficiali dell’imprenditore scomparso. Questi figli si stanno battendo da un paio d’anni in una causa civile per ottenere una rimodulazione adeguata dell’ingente eredità. Sono stati chiamati a deporre anche parenti, amici ed ex mariti, entrati volenti o nolenti, in questa vicenda giudiziaria.

Nella lunga lista degli oltre 20 testimoni depositata ieri in aula, compaiono anche i nomi di un avvocato esperto in separazioni; di un collega che ha spesso lavorato per le imprese della famiglia Cividin; nonché dei responsabili di un ufficio investigativo a cui erano state affidate dal pm Maddalena Chergia, titolare dell’inchiesta, una serie di intercettazioni telefoniche piuttosto interessanti per i loro risvolti patrimoniali.

Fin qui i retroscena del processo dove Stefano Benvenuti è stato rinviato a giudizio e deve rispondere del furto dei gioielli scomparsi nel gennaio 2010 dalla villa di via Moncolano dove viveva Elisabetta Cividin e dove lui era stato “padrone di casa” prima di interrompere la relazione e la coabitazione “more uxorio”.

Oltre che del furto dei quattro orologi Rolex con il bracciale d’oro e di due braccialetti con diamanti incastonati, Stefano Benvenuti è imputato di calunnia: secondo l’indagine, avrebbe cercato di coinvolgere nell’inchiesta la sua ex compagna di vita, sostenendo di fronte al magistrato inquirente che il furto non esiste e che Elisabetta Cividin gli aveva consegnato di persona orologi e gioielli perché li vendesse e con il ricavato restaurasse una casetta di Rovigno dove la coppia trascorreva brevi periodi di vacanza. Questa abitazione apparteneva alla società “Arupinum”: il 99% delle quote erano di Elisabetta Cividin, l’1 di Stefano Benvenuti.

Va aggiunto che il racconto dell’ex compagno di vita aveva messo nei guai la presidente dei giovani industriali. Era stata indagata nella stessa inchiesta sul furto ma la sua posizione è stata chiarita con una archiviazione nell’udienza preliminare, svoltasi a metà luglio lontano da occhi e orecchie indiscrete. Ora Elisabetta Cividin è parte offesa del processo e si è costituita parte civile con l’avvocato Antonella D’Amico dello studio del professor Giovanni Gabrielli. Guliana Fonzari, difesa dall’avvocato Mariano Tassan, deve rispondere di ricettazione. Nella sua abitazione di scala Bonghi, dove Stefano ha mantenuto la residenza, i carabinieri hanno ricuperato parte dei gioielli usciti dalla cassaforte della villa di via Moncolano. Oggetti provenienti, secondo la Procura, da un reato: quindi, per la legge, ricettazione. Si inizia il 18 aprile davanti al giuduce Enzo Truncellito.

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