Giorgio Carmelich, una breve vita dedicata alle ”futuristicherie”

Omaggio al genio triestino coetaneo di Leonor Fini prematuramente scomparso a soli ventidue anni
Una vita breve, tutta all’insegna dell’entusiasmo Giorgio Riccardo Carmelich (nella foto), nasce a Trieste il 12 aprile 1907. Il padre è dirigente delle Assicurazioni Generali e gestisce due importanti ritrovi triestini (il Caffè degli Specchi e il Caffè Garibaldi). Nel 1929 è a Praga, ma è malato. In maggio torna a Trieste. Muore il 17 agosto 1929 a Bad Nauheim, presso Francoforte, dopo aver una vita, che, pur minata nella salute, è sempre stata all’insegna dell’energia e dell’entusiasmo. TRIESTE ”Giorgio Carmelich, Futuristicherie. Viaggi d’arte fra Trieste, Roma e Praga” è il titolo della nuova mostra che sarà inaugurata domani, alle 18, al Civico Museo Revoltella, alla presenza dell’assessore comunale alla Cultura Massimo Greco e della direttrice del museo Maria Masau Dan, che rimarrà aperta al pubblico da mercoledì 23 dicembre fino al 5 aprile 2010 (tutti i giorni dalle 10 alle 18, con chiusura il martedì).


La celebrazione di Giorgio Carmelich (1907-1929), genio triestino coetaneo di Leonor Fini prematuramente scomparso a soli 22 anni d’età, si situa a cavallo tra il 2009, anno del centenario del Manifesto futurista di Marinetti, e il 2010, anno in cui - il 12 gennaio con una conferenza di Roberto Curci - si festeggerà il centenario della prima e memorabile serata futurista al Politeama Rossetti di Trieste.


L’avventura artistica di Carmelich parte infatti dall’iniziale adesione al futurismo per poi attraversare le suggestioni provenienti dall’avanguardia non solo italiana ma anche europea. Il giovane Carmelich - nato a Trieste il 12 aprile 1907 - si abbevera febbrilmente ad ogni fonte da cui ritiene di poter trarre stimoli per la sua produzione artistico-editoriale: legge con avidità tutte le nuove pubblicazioni sull’arte contemporanea, interessandosi specialmente all’avanguardia e alla scenografia russa, frequenta assiduamente cinema e teatri e viaggia da una città all’altra, stringendo numerosi e importanti contatti, tra i quali sono fondamentali, sul versante italiano, gli incontri con i futuristi italiani, in primo luogo Enrico Prampolini e Fortunato Depero, che influenzano in maniera determinante il suo fare artistico. Successivamente entra in contatto con il mondo dell’avanguardia ceca, attraverso Artus Cernik, direttore della rivista ”Pasmo” di Brnom e attraverso karel Teige, che conosce a Praga nel 1929.


La vita, l’opera e i gusti del giovane Carmelich possono essere rintracciati attraverso le sue fresche lettere indirizzate all’amico e sodale Emilio Mario Dolfi e spesso sono ornate da spiritosi disegni, che costituiscono il leitmotiv della mostra al ”Revoltella”, che partendo dal pianoterra e dal retro Auditorium si snoda nell’ammezzato, nel soppalco e sulle pareti della saletta a destra.


Accanto alle lettere, più di 130 sono le opere presentate nell’esposizione triestina, comprendente dipinti, collages, disegni, incisioni, periodici e monografie, tra cui le ”edizioni” manoscritte o dattiloscritte di ”La bottega di Epeo”, le creazioni più sorprendenti della coppia Carmelich-Dolfi. Da ”Il sindaco di Cork e il cane inglese”, preziosa edizione del 1920 manoscritta e decorata a mano, a due plaquettes del 1923 di Dolfi con illustrazioni di Carmelich: ”Ridolini e altri corridori”, celebrante il mito inebriante della velocità futurista, e ”Il parco delle attrazioni”.


Tra le numerose pubblicazioni periodiche futuriste spiccano in mostra ”Epeo”, la rivista (dattiloscritta e illustrata a mano!) realizzata da Carmelich e Dolfi e uscita tra il 1922 e il 1923 in pochissimi esemplari, e ”L’Aurora” (1923-1924), organo del futurismo giuliano al quale Carmelich partecipò con contributi critici e splendide incisioni. Per quanto riguarda la produzione figurativa dell’artista triestino - che nella sua casa di via San Zaccaria 6 organizzava riunioni denominate ”Le mardi des amis”, in cui Dolfi metteva in scena rappresentazioni ambientali, mentre Carmelich esponeva i propri disegni e venivano letti testi scelti - si va dai disegni a matite colorate o a china del 1\923 ai collages del 1924, passando attraverso la parentesi costruttivista, culminata nella realizzazione - assieme a Augusto Cernigoj, Edvard Stepancic e Giuseppe Vlah - della Sala costruttivista, allestita nel 1927 all’interno della prima Esposizione del Sindacato delle Belle Arti di Trieste, sino all’ultima fase, quella magica e chagalliana dell’ultimo periodo praghese.


Per contestualizzare l’opera di Carmelich all’interno di un più vasto panorama artistico, la mostra al Museo Revoltella espone inoltre undici opere di Fortunato Depero e cinque di Enrico Prampolini, che furono suoi maestri spirituali soprattutto per quanto riguarda la scenografia e l’arte del manifesto, e rappresentarono i suoi punti di riferimento principali nell’elaborazione di un suo linguaggio futurista, mentre una sezione speciale è dedicata ad altri futuristi giuliani (da Sofronio Pocarini a Bruno Cossar e Luigi Spazzapan, che aderì al movimento per un periodo brevissimo ma intenso) ed ai seguaci del costruttivismo, Augusto Cernigoj e Edvard Stepancic.


L’allestimento della mostra, corredado da diversi interventi multimediali, mira a creare un ambiente di forte impatto, che permetta al visitatore di immergersi completamente nel linguaggio delle avanguardie degli anni Venti, in cui Giorgio Carmelich visse, in un lampo, la sua preve parabola esistenziale ed artistica.
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