Giornalista aggredito al corteo Pro Pal a Trieste: «Minacce e cellulare rotto»
Il giornalista praticante Lazzari, 20 anni, collabora con la testata Trieste Prima: «Mi hanno detto “smettila di riprenderci, noi stiamo commettendo un reato”...»

«All’inizio si sono avvicinati in due, un ragazzo e una ragazza tra i venticinque e i trent’anni, e in modo minaccioso hanno tentato di togliermi il telefonino dalle mani dicendomi, testualmente, “smettila di riprenderci perché noi qui stiamo commettendo un reato”. In quel momento avevamo appena svoltato dalle Rive e ci trovavamo lungo il canale di Ponterosso. Io sono riuscito a scansarmi e loro se ne sono andati. Poi, dopo qualche minuto, quando il corteo stava girando in via Roma e io lo stavo ancora filmando, si è avvicinata da dietro di nuovo la ragazza, la stessa di prima. Ma io non me ne sono accorto, perché appunto arrivava da dietro, e mi ha strappato il telefono di mano lanciandolo dall’altra parte della strada, a circa una quindicina di metri di distanza... io ho tentato di bloccarla e di chiedere aiuto alla Digos. Quella ragazza poi è fuggita».
A parlare così è il ventenne Riccardo Lazzari, giornalista praticante e collaboratore della testata online Trieste Prima: è lui il cronista aggredito dai manifestanti Pro Pal mercoledì sera, mentre stava documentando il corteo. Lazzari racconta la sua brutta esperienza rispondendo da un altro cellulare perché il suo smartphone è stato distrutto sbattendo sull’asfalto. Ci sarebbero testimoni dell’accaduto. E forse la scena, o perlomeno una parte, è stata registrata con il telefono che il giovane stava usando. Diventerà materiale di indagine.
La Digos, comunque, ha già contezza dell’accaduto e non sarà difficile identificare i due responsabili. Che, peraltro, il giovane praticante è in grado di descrivere e di riconoscere. «Ad esempio il ragazzo era vestito di blu ed era in testa della protesta...».
Lunedì Lazzari si recherà in Questura per sporgere denuncia. Scatteranno un’inchiesta e la formulazione di reati specifici: oltre al danneggiamento del cellulare e alle minacce in concorso, la magistratura potrebbe procedere per violenza privata (fino a 4 anni di reclusione). Ma, visto che al giornalista è stato letteralmente strappato via dalle mani il telefonino, la Procura potrebbe contestare anche il reato di rapina. In questo caso la responsabile del gesto rischia dai cinque ai dieci anni di reclusione.
A ciò si somma pure il reato in cui i due aggressori incorrono automaticamente in considerazione della loro presenza al corteo: quello di manifestazione non pre avvisata alla Questura.
Si preannunciano dunque seri guai giudiziari per i due autori dell’aggressione e delle minacce al collaboratore di Trieste Prima.
La Digos, intanto, sta procedendo con l’analisi dei filmati e delle foto per identificare i promotori del corteo, chiamati pure loro a rispondere per la manifestazione non preavvisata. Analogamente a quelle inscenate nei giorni scorsi: quella culminata con il tentativo di assalto alla stazione ferroviaria (in quell’occasione, oltre ai danni alle vetrata dell’ingresso sul lato di viale Miramare, erano stati aggrediti una giovane giornalista, un fotografo e un cameraman) e le tre del giorno successivo dopo i blocchi dei varchi portuali 4 e 1, rispettivamente in molo Settimo e i Riva Traiana. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo