Gira a Trieste con l’auto della moglie targata Capodistria: scattano maximulta e sequestro

TRIESTE Gira per Trieste con la macchina targata Capodistria, si becca oltre settecento euro di multa e, come se non bastasse, gli portano pure via l’auto. È quanto accaduto a Franco Cengarle, “colpevole” di non aver studiato a fondo il primo decreto Sicurezza firmato dall’ex ministro Matteo Salvini. In base al testo diventato legge lo scorso dicembre, infatti, chi risiede in Italia non può guidare sul suolo nazionale veicoli con targhe straniere. Pena la maxi-multa e il sequestro del mezzo.
Il signor Cengarle, come probabilmente moltissimi altri triestini, non lo sapeva e così è stato sanzionato dalla polizia locale per essersi messo al volante della macchina di sua moglie, che è residente a Sesana e ha pertanto un’auto slovena. Episodi simili si stanno registrando anche nel resto della penisola italiana. Ma in un territorio di frontiera come il nostro rischiano di avere conseguenze molto pratiche sulla quotidianità delle persone.
Franco e la moglie Tahereh sono sposati da 26 anni. Lui è cittadino italiano, lei francese. Come tanti, dopo una vita nel capoluogo giuliano, hanno deciso di trascorrere gli anni della pensione oltre confine. Tahereh, nello specifico, è residente a Sesana da 3 anni. Franco invece vi è solo domiciliato: a causa di alcuni impedimenti burocratici, al momento la sua residenza è formalmente ancora a Trieste. Con queste premesse si arriva ai fatti del 31 agosto.
«Avevo appena lasciato mia moglie davanti al Caffè San Marco e stavo cercando parcheggio in via Valdirivo - racconta Franco - quando mi hanno fermato due giovani vigili, di quelli con i gilet gialli. Mi hanno controllato i documenti e detto che, da residente in Italia, non potevo girare con una targa straniera. Ho risposto che l’auto era di mia moglie, che si trovava poco distante. Volevo chiamarla. Ma niente da fare: anche se mia moglie fosse stata presente, con la nuova legge nulla sarebbe cambiato». Risultato? 712 euro di multa (498,40 se avesse pagato entro 5 giorni. Il massimo è invece 2.848 euro) più il ritiro del mezzo che, spiega il verbale, in questo momento è «custodito» a San Dorligo della Valle.
Ecco la motivazione che si legge agli atti: «Conducente, residente in Italia da più di 60 giorni, circolava alla guida del veicolo targato KP… e immatricolato in Slovenia». La legge parla chiaro e, con buona pace del signor Cerngarle, non ammette ignoranza. Chiunque sia residente in Italia da più di due mesi ha il divieto di guidare veicoli immatricolati all’estero. Esistono delle deroghe, circoscritte a rarissime eccezioni. Ne parla pure il sito in lingua inglese “Expats in Italy”, dedicato a chi cerca informazioni per venire a vivere in Italia. Lo spirito della norma è quello di rendere difficili le scappatoie a chi vuole fare il “furbo” al momento di pagare multe oppure tasse. Ma nelle terre di confine le cose si complicano. Episodi analoghi hanno di recente suscitato scalpore ad esempio in Piemonte, a Verbania, vicino al confine con la Svizzera: numerosi automobilisti sono andati dalla polizia locale a chiedere come evitare di incorrere in sanzioni.
Quanto ai signori Cengarle, ora intendono fare ricorso appoggiandosi a qualche associazione di consumatori. «Siamo rimasti a piedi in centro a Trieste - conclude Tahereh - avendo casa a Sesana. Per fortuna abbiamo degli amici che ci hanno dato un passaggio. Tuttora non so come recuperare la mia auto: non mi è stato comunicato. Nei giorni dopo il sequestro abbiamo comprato un’altra macchina, per le nostre esigenze quotidiane. Ma se non ce lo fossimo potuti permettere? Sono amareggiata soprattutto perché non penso abbiamo fatto niente di male». —
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