Giù gli alberi della ferrovia subito protesta a Strassoldo

Rfi ha abbattuto lungo il perimetro est dello scalo diverse piante d’alto fusto che secondo i residenti costituivano una barriera all’inquinamento acustico
Bonaventura Monfalcone-11.10.2013 Scalo ferroviario-alberi tagliati-SS352-Cervignano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.10.2013 Scalo ferroviario-alberi tagliati-SS352-Cervignano-foto di Katia Bonaventura

CERVIGNANO. Cittadini in rivolta a Cervignano. La Rete ferroviaria italiana taglia gli alberi di alto fusto lungo il perimetro est dello scalo ferroviario, in località Cisis, nella frazione di Strassoldo, e i residenti insorgono. Gli abitanti della frazione cervignanese fanno notare che le piante costituivano una vera e propria barriera naturale. Gli alberi, fino a oggi, proteggevano le abitazioni dall’inquinamento luminoso e acustico. Molti strassoldini si sono rivolti direttamente al sindaco per far presente il problema. Il primo cittadino ha deciso di appoggiare i residenti in questa battaglia e, proprio ieri mattina, ha inviato al capo dipartimento di Trieste una lettera raccomandata tramite la quale chiede l’immediata sospensione dei lavori. La prossima settimana, inoltre, ci sarà un primo sopralluogo sul posto. «Quegli alberi proteggevano le nostre case – si sfoga uno strassoldino che abita in via Cisis, lungo la regionale 352 – Hanno iniziato a tagliare le piante circa quindici giorni fa. Sono partiti dalla fermata delle corriere di Strassoldo e si stanno avvicinando a Muscoli. Ci è stato detto che gli alberi sono pericolosi e pertanto devono essere tagliati. In caso di brutto tempo, secondo loro, possono cadere sulla linea elettrica». Aggiunge un altro residente della frazione: «Abitiamo proprio davanti allo scalo. Ora la luce entra diretta in casa nostra. Riusciamo ad addormentarci non senza difficoltà. Quando è stata costruita la ferrovia, nel vecchio progetto era stata inserita una barriera di terra alta dieci metri. Sopra avrebbero dovuto piantare gli alberi. Questa barriera non è mai stata fatta. Ora vogliono tagliare anche le piante. A questo punto siamo pronti a far valere i nostri diritti. La zona in cui sono state costruite le nostre case, inoltre, in questo modo sarà automaticamente deprezzata. La visuale è pessima. Prima c’era almeno un po’ di verde, ora soltanto tralicci e rotaie». Mauro Romanese, che gestisce l’agriturismo Cisis, commenta: «Purtroppo, in Italia, queste cose succedono spesso, sono ormai all’ordine del giorno. Potevano abbassare le piante ad una certa altezza invece di abbatterle. Strassoldo è la frazione più penalizzata. Tra il rumore dei treni e la luce, chi abita in zona è pesantemente infastidito. In più c’è anche il problema della sicurezza. Fino ad oggi, la fortuna è che non si sono verificati gravi incidenti all’interno dello scalo. Se dovesse succedere qualche problema serio non so come potrebbe andare a finire. Il progetto iniziale prevedeva una barriera di terra alta dieci metri. Evidentemente era stata inserita per qualche motivo. Il terreno rimosso dall’area dello scalo, quando è stato realizzato, inizialmente avrebbe dovuto confluire all’esterno e formare una barriera di protezione. Evidentemente le cose non sono andate come dovevano».

Elisa Michellut

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