Gli autisti dei bus “cacciano” alani e husky

TRIESTE. Il cagnetto dove lo metto? Se lo chiedono tutti: le aziende di trasporto pubblico e gli autisti, interessati dalla legge regionale che ha ammesso la presenza degli animali d'affezione sui bus. In audizione davanti alla III commissione, dopo le incomprensioni delle scorse settimane, le parti hanno manifestato apprezzamento per la regolamentazione, ma hanno pure rilevato l'imprecisione di una norma che lascia troppo spazio al "buon senso", sfuggendo a un'applicazione oggettiva.
In rappresentanza delle aziende, Paolo Polli, ha spiegato che «ci sono troppi problemi nella gestione quotidiana, nonostante personale e utenti siano stati informati». Il nodo sta nell'interpretazione delle regole, a cominciare dal fatto che tra gli animali d'affezione le normative nazionali inseriscono anche furetti, rettili e uccelli: a quando un'iguana a bordo?
Secondo Polli, la legge regionale è generica in troppi punti: «Si limitano a due i cani al guinzaglio, ma non c’è un tetto per gli animali nel trasportino. Ci sono dubbi sulla compatibilità rispetto alla presenza di bambini, disabili e allergici. Non si indicano priorità di salita fra un cane di grossa taglia e la carrozzella di un disabile. Non si trattano i problemi di igiene».
Le aziende sottolineano inoltre che gli autisti non riusciranno a occuparsi direttamente dei problemi. Non mancano le proposte di modifica: prevedere un cane al guinzaglio per volta, limitare l'ingresso alla taglia media (fino a 25 chili), introdurre sanzioni per i padroni maleducati.
A loro volta, i sindacati «sono favorevoli a far viaggiare gli animali, ma i dipendenti devono essere affrancati da incombenze improprie, che nuocciono alla qualità del servizio. Serve un regolamento di vettura chiaro, perché oggi ognuno può fare quello che vuole».
La Cisl ricorda che gli autobus non hanno spazio per garantire posti specifici ai portatori di animali, ma questi sarebbero necessari, «per evitare zuffe fra cani e il contatto con chi ha paura degli animali». Per la Cgil, bisogna scongiurare «la presenza contemporanea di più cani al guinzaglio», mentre la Uil ritiene che «le aziende debbano spiegare le norme alla gente e chiarire i compiti del personale».
Secondo la Direzione regionale Sanità, «l'applicazione va decisa fra aziende e sindacati. Serve buon senso e questo non si può inserire nella legge. Sono gli autisti a dover decidere chi deve salire, impedire l'ingresso di un terzo cane al guinzaglio, dare la priorità a una carrozzina. Le situazioni di pericolo dipendono anche da ubriachi o vandali: casi su cui già interviene l'autista, chiamando la polizia. Si faccia lo stesso coi padroni maleducati».
Il presidente di Trieste Trasporti, Giovanni Longo, dice che «ci sono comportamenti da definire per applicare al meglio la norma: perché non si stabilisce qual è il livello di affollamento dopo cui l’autista può far scendere il cane? E quali situazioni si configurano come disturbo agli altri viaggiatori? Senza chiarezza, avremo discussioni, interventi della polizia, autobus fermi, ritardi e intralcio al traffico. Le proteste finora sono poche, ma sono una spia: una signora graffiata, la puzza di escrementi, animali sui sedili, persone allergiche. Un utente ha richiesto il rimborso dell'abbonamento annuale. Riparliamone dopo l'inverno, con autobus affollati dagli studenti e giorni di pioggia».
Roberto Novelli (Fi) critica la Trieste Trasporti: «Solo l’enfasi della stampa ha fatto sì che la Trieste Trasporti si adeguasse alla legge. La norma, votata all'unanimità, va applicata. Ci potranno essere modifiche, ma solo dopo valutazioni oggettive».
Valutazioni che il collega di partito, Bruno Marini, invita a fare dopo una sperimentazione: «I cani grandi qualche problema lo creano. La legge è stata votata in modo affrettato e senza discussioni in aula. La Trieste Trasporti aveva diritto a chiedere delucidazioni e non si devono attaccare gli autisti, che hanno molti oneri. Servono controllori e se ne vedono pochi. Facciamo una prova e poi mettiamo a punto la legge». Invito che il presidente della commissione, Franco Rotelli, raccoglie: «Riparliamone fra qualche mese».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo