Gli esperti: «Tra zero e sei anni la fascia d’età più vulnerabile»

TRIESTE. «La fascia 0-6 anni, secondo la letteratura medica, è quella più vulnerabile per il rischio di infezione. Per questo motivo si è deciso di sottoporre a controlli precauzionali un numero così alto di bambini». Il dottor Massimo Maschio, responsabile del Centro di fibrosi cistica del Friuli Venezia Giulia con sede al Burlo, fa parte dell’équipe di esperti messa in piedi dal direttore generale dell’Asuits Nicola Delli Quadri.
Il numero di 3.500 bambini ha destato impressione. Come mai è così alto?
Abbiamo preso i bambini vaccinati negli ultimi dodici mesi. Ci siamo dati un periodo molto ampio proprio perché il paziente ammalato di tubercolosi aveva sintomi da un anno. Una misura cautelativa dal momento che i primi sei anni di vita, secondo la letteratura medica, sono ritenuti la fascia più vulnerabile per i rischio di infezione. Soprattutto quelli al primo anno che iniziano a maturare il loro sistema immunitario.
Quindi avete fatto una selezione?
Sì. L’operatore vaccinava soltanto bimbi fino a 6 anni. Si occupava di questo. Anche perché i bambini sopra i 6, che fanno i richiami delle vaccinazioni come ad esempio l’antitetanica, vengono portati altrove. È la fascia 0-6, dunque, che va messa in sicurezza.
Ma la semplice vicinanza o contatto con la dottoressa ammalata può comportare la trasmissione della tubercolosi?
No, il semplice contatto no. Comunque si può ad esempio venire a contatto con il germe, ma questo non significa affatto sviluppare la malattia. Va ricordato che letteratura ci dice che il test migliore è quello che stiamo facendo, il Mantoux, che consiste in un’iniezione intradermica di un derivato proteico. E quindi non di materiale biologico attivo.
Ciò che sta dicendo serve a tranquillizzare le famiglie?
Sì, perché qualunque soggetto sottoposto a Mantoux, che sia bambino o adulto, non rischia l’infezione da questo test diagnostico. Il test poi deve essere letto: se a 72 ore dimostra una reazione, che consta in una piccola tumefazione locale superiore ai 5 millimetri, allora è positivo. Tutto quello che è sotto a questo livello, è negativo.
Se è positivo?
Per il bambino, o per qualunque altro soggetto, vengono avviati gli esami di secondo livello. Quindi si valuta se il contatto ha prodotto un’infezione. La profilassi, ricordiamolo, si fa invece per tutti i vaccinati negli ultimi due mesi. A circa 500-600 bambini viene quindi somministrato un farmaco che si chiama isoniazide una volta al giorno per una durata complessiva di due mesi. Al termine si rifà il controllo della Mantoux. Se è negativo il discorso si chiude. (g.s.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo