Gorizia, il Nazareno alla Caritas in comodato gratuito

La struttura, che ora ospita 90 profughi, affidata dalle suore a don Paolo. La superiora Bruna Camilotto: «Potevamo chiuderlo, così aiutiamo i bisognosi»
Bumbaca Gorizia Convento via Brigata Pavia
Bumbaca Gorizia Convento via Brigata Pavia

Non si può certamente dire che sia un business per le Suore della Provvidenza l’accoglienza agli immigrati al Nazareno. Lo stabile, infatti, è stato offerto in “comodato gratuito” alla Caritas diocesana che sta ospitando in quelle mura 90 richiedenti-asilo, dopo che la nuova convenzione ha ridotto la capienza dai 150 ospitati sino a qualche tempo fa. Un particolare che, ad oggi, era rimasto totalmente inedito.

A raccontare questa esperienza al magazine cattolico “Vita” è Bruna Camilotto, superiora della comunità locale delle Suore della Provvidenza. Da oltre un anno, il Nazareno costituisce un imprescindibile polo di accoglienza, riferimento nella gestione dei richiedenti asilo che giungono in città. La struttura, già convento delle Suore della Provvidenza, dà un tetto oggi a 90 profughi (sino a qualche tempo fa erano 150). «Il nostro convento venne adibito dopo pochi anni a ospedale militare durante la Prima guerra mondiale e fino al 1958 ha mantenuto viva la vocazione ospedaliera attraverso una prestigiosa scuola per infermiere - ha raccontato la religiosa -. Poi è rimasto fino al 1972 sede della nostra Casa generale e ha ospitato le nostre sorelle anziane fino a due anni fa. Quando ci siamo trovate davanti all’alternativa di chiuderlo, di venderlo e metterlo a reddito oppure di metterlo a disposizione in comodato gratuito per aiutare gli ultimi non abbiamo esitato. Abbiamo scelto quest’ultima via: l’accoglienza e la fraternità con cui si possono aprire finestre sul futuro». «Era il 2013 quando il convento è rimasto vuoto. Ci siamo messe in ascolto delle urgenze, delle tante povertà che abitavano la nostra società - continua suor Bruna -. Proprio in quel periodo cominciava l’ondata di arrivo dei profughi ed è giunta la richiesta della Caritas di mettere a disposizione il nostro grande immobile per l’accoglienza. Non è stato facile superare le preoccupazioni iniziali e capire se ciò fosse una chiamata del Signore per noi. Ma ci siamo affidate alle parole di Papa Francesco: “I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi”. Ci siamo affidate alla Provvidenza, che ci contraddistingue già dal nome che portiamo, e abbiamo ceduto l’immobile gratuitamente affinché la Caritas, attraverso la cooperativa Il Mosaico, potesse organizzare una struttura adatta ai nostri fratelli più vulnerabili».

Nel loro vecchio convento, che ha ridotto la capienza a 90 persone, le suore non vivono più. «Noi abitiamo in una casa più piccola nelle vicinanze, ma abbiamo lasciato il responsabile della nostra campagna a fare da custode. «Comunque tutto il merito», conclude Suor Bruna sul magazina Vita, «va a don Paolo e alla Caritas che sta gestendo molto bene l'accoglienza assicurando ai ragazzi ospitati assistenza costante anche dal punto di vista medico e legale».

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