Gorizia, il processo amianto è salvo: respinta la “legittima suspicione”

La Corte di Cassazione ha “bocciato” il ricorso dell’avvocato Cassiani, difensore dell’ex presidente di Italcantieri, Giorgio Tupini. Attesa ora la sentenza nella prossima udienza, prevista il 15 ottobre
Bumbaca Gorizia 16.02.2013 Processo amianto - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 16.02.2013 Processo amianto - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

MONFALCONE La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta in merito alla “legittima suspicione”, in base al ricorso che era stato presentato dall’avvocato Alessandro Cassiani, difensore di Giorgio Tupini, ex presidente dell’Italcantieri e uno dei principali imputati nel maxi-processo amianto giunto ormai alle battute finali al Tribunale di Gorizia. Significa, pertanto, che il processo a questo punto è salvo: potrà, infatti, giungere a sentenza, prevista nell’ambito dell’udienza già fissata per il prossimo 15 ottobre. L’avvocato Cassiani aveva sollevato la “legittima suspicione” davanti al giudice monocratico Matteo Trotta, nell’udienza dello scorso 25 giugno, udienza che avrebbe potuto essere conclusiva, dopo un dibattimento durato oltre tre anni, con la prima udienza tenutasi nell’aprile 2010. Il legale paventava problemi di ordine pubblico chiamando in causa la “serenità” di giudizio da parte della magistratura giudicante. E ieri è sortita dunque la decisione della Cassazione, che rimette in moto l’ultima fase del maxi-processo a Gorizia. Evidente la soddisfazione a Monfalcone e nel mandamento, che potrà avere una sentenza definitiva a breve, avendo scongiurato l’azzeramento del processo ed il rifacimento in altra sede.

Ampio servizio sul giornale in edicola giovedì 26 settembre.

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