Gorizia in corsa per diventare Capitale del volontariato 2022

La città raddoppia dopo il ticket legato al settore della Cultura con Nova Gorica La sfida sarà con Madrid, Danzica e Smirne e si lega ai progetti del GectGo
Bumbaca Gorizia 24.03.2020 Accoglienza Croce Rossa in Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 24.03.2020 Accoglienza Croce Rossa in Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Emanuela Masseria

Gorizia è tra le quattro città candidate a Capitale europea del volontariato 2022. La notizia circola da alcuni giorni soprattutto sui media specializzati sul terzo settore, dai quali si evince che il capoluogo isontino concorrerà per ottenere il riconoscimento, istituito nel 2013 dal Cev-Centro europeo del volontariato, insieme alla spagnola Madrid, alla polacca Danzica e alla turca Smirne. Il verdetto arriverà il 5 dicembre a Padova, attuale capitale che ha ricevuto lo stesso riconoscimento nel 2018 con una cerimonia importante a cui ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Da pochi giorni il Comune di Gorizia ha predisposto la sua adesione all’iniziativa, come si può leggere in una recente delibera di giunta dove si autorizza la sottoscrizione dell’atto di impegno denominato Memorandum of understanding tra il Comune di Gorizia e il Cev. Contestualmente viene coinvolto anche l’Isig di Gorizia per un supporto scientifico. L’adesione alla candidatura si lega, inoltre, al GectGo e al protocollo transfrontaliero sull’inclusione sociale approvato a giugno, il quale impegna i Comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba a cooperare per valorizzare il patrimonio di relazioni e collaborazioni costruito dai servizi e dalle associazioni di volontariato e del privato sociale del territorio.

La candidatura si caratterizza, quindi, come un modo per rendere visibile l’impegno delle associazione del terzo settore, sia italiane che slovene. L’iniziativa, co-finanziata dal programma Europe for citizen, nasce per coinvolgere associazioni, imprese, istituzioni, università e il mondo della scuola. I soggetti citati saranno chiamati a partecipare a dei tavoli di lavoro che rappresentano “una sintesi dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e che vanno dall’ambiente all’urbanistica, dall’economia allo sviluppo sostenibile, passando per le nuove emergenze e le fragilità”.

Le altre città prescelte per la prossima edizione del concorso sono molto diverse, per dimensioni e storia, ma sono accomunate da politiche piuttosto strutturate nell’ambito del volontariato. Sarà proprio valutando l’efficacia e l’innovazione di queste politiche che la giuria del concorso sceglierà la città vincitrice, basandosi sulle raccomandazioni dell’Agenda politica per il volontariato in Europa (Pave) pubblicate dallo stesso Centro europeo del volontariato. Gorizia è stata individuata anche come modello di collaborazione transfrontaliera. Fino ad oggi le città che hanno ottenuto il titolo del Cev sono state Barcellona, Lisbona, Londra, Sligo, Aarhus e Košice. Nell’anno in corso, come detto, tocca a Padova, il cui ricco programma di eventi ha dovuto confrontarsi con l’emergenza sanitaria, mentre nel 2021 spetterà a Berlino prendere il testimone.

Le quattro città scelte per il 2022 entreranno a far parte della “Comunità europea dei candidati a capitale del volontariato” (Evccc), che riunisce le molte municipalità che negli anni si sono cimentate nella competizione. Per partecipare anche Gorizia dovrà preparare un dossier, un procedimento che ricorda un po’ il bid book che è stato redatto per la candidatura di Nova Gorica e Gorizia a Capitale europea della Cultura 2025. Il dossier consegnato alla prima scadenza conterà per il 75% del punteggio finale. Il resto dipenderà dalla presentazione che le città candidate dovranno fare il 22 ottobre a Padova in occasione della conferenza del Cev. –

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