Gorizia, la gestione del canile è diventata un caso

Aipa accusa il Comune e non firma la proroga al 31 agosto. L’assessore Gatta: «Siamo davanti a un muro di gomma»
Il municipio di Gorizia
Il municipio di Gorizia

TRIESTE. Dopo quella sulla gestione del gattile si accende una nuova querelle tra Comune e Aipa Odv, l’associazione che si occupa del canile comunale di Lucinico.

Canile che pare andare verso una diversa gestione, visto che proprio sulla nuova convenzione verte l’aspro botta e risposta tra le parti.

In un comunicato pubblicato dall’Aipa, guidata dal presidente Ervino Peressini, sulla propria pagina Facebook, l’associazione spiega di aver ricevuto nei giorni scorsi una mail del Servizio tutela dell’ambiente con la quale il Comune chiede all’Aipa di firmare una proroga fino al 31 agosto 2021 della convenzione per la gestione del canile scaduta a fine 2020, in attesa di individuare chi sarà il gestore con la futura convenzione.

La firma non arriverà perché «firmandola ci metteremmo nelle condizioni di perpetrare un illecito punibile, e Aipa Odv è sempre rimasta all’interno della cornice normativa prevista dal legislatore», scrive Peressini.

Il nodo del contendere sarebbero «una moltitudine» di clausole non previste dalla Legge regionale sugli animali d’affezione.

«Per esempio solo la presenza di volontari di gradimento dell’assessorato e del servizio, il permesso dell’assessorato su cosa si può pubblicare sul nostro sito o sui profili social – attacca l’Aipa –, la pretesa dell’assessorato di decidere su come utilizzare i fondi dell’associazione, l’accettazione incondizionata di una figura pagata dal Comune che avrebbe diritto di decisione su qualsiasi questione all’interno del canile. Una visione molto personale dei concetti di correttezza e buona fede, insomma».

In definitiva, l’Aipa è pronta a continuare a gestire il canile e firmare una nuova convenzione, a patto sia «condivisa e recepita sulla base del modello elaborato nella legge regionale 20/2012, che firmeremo senza indugio».

Parole a cui risponde l’assessore al Benessere degli animali Chiara Gatta, che si dice amareggiata e spiega di essersi trovata «di fronte a un muro di gomma, proprio come accaduto per la gestione delle colonie feline, che Aipa ha deciso di non seguire più».

Secondo il Comune infatti l’associazione ha deciso di non sottoscrivere per il canile «una convenzione migliorativa, che permetterebbe un salto di qualità nella gestione degli animali, con l’introduzione di figure professionali in grado di coadiuvare i volontari».

E le presunte irregolarità? «La proposta di convenzione è perfettamente legittima, su forma e contenuti è effettivamente sorto un confronto con la Regione da cui non sono peraltro emersi profili di particolare criticità. Aipa ha avanzato preclusioni non tanto sulla forma del contratto, bensì rifiutando categoricamente la presenza di un veterinario comportamentalista in canile, e una clausola legittima di applicazione ai volontari del Codice disciplinare del dipendente pubblico. Non si tratta chiaramente di imporre volontari graditi all’amministrazione, ma piuttosto di richiedere l’allontanamento di quelli che si rendessero protagonisti di palesi violazioni».

Anche sulle pubblicazioni social il Comune spiega di richiedere solo una “condivisione” dei contenuti, senza imposizioni, per uniformare la comunicazione: tutti elementi che farebbero parte della proposta anche qualora il testo della convenzione ricalcasse pure nella forma quello dello schema regionale. Ecco perché, ad oggi, le posizioni restano lontanissime.
 

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