Gorizia si tinge di rosa per l’arrivo del Giro d’Italia

La città si prepara ad abbracciare al corsa colorandosi di rosa

Marco Bisiach Laura Blasich
Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italia. Il Municipio illuminato per celebrare il Giro d’Italia
Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italia. Il Municipio illuminato per celebrare il Giro d’Italia

Gorizia si è tinta di rosa, pronta a vivere l’intera giornata all’insegna dell’arrivo del Giro d’Italia in omaggio all’anno della Capitale europea della cultura condivisa con Nova Gorica.

Se il clou a livello agonistico, e pure spettacolare, con il passaggio delle Frecce tricolori a festeggiare il vincitore di tappa e la maglia rosa, è atteso dalle 16.30 circa in piazza Transalpina, l’atmosfera della corsa rosa terrà banco dalle 13 alle 19 in piazzale della Casa Rossa, dove sarà allestito Giroland, il villaggio del Giro, con musica, animazione e divertimento.

Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italiia. Il ponte di Piuma. Foto Tibaldi e Confcommercio
Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italiia. Il ponte di Piuma. Foto Tibaldi e Confcommercio

La città da parte sua si è preparata ad abbracciare la corsa e i suoi protagonisti illuminando di rosa prima il palazzo municipale e, da venerdì sera, anche il Castello che la guarda dall’alto, con installazioni e vetrine a tema, dove sono in alcuni casi comparse le mascotte ufficiali firmate Trudi.

A Gorizia è nato pure un dolce speciale, quello dedicato al Giro da una pasticceria di corso Italia, come racconta Confcommercio Gorizia, sottolineando la grande partecipazione all’evento da parte delle attività cittadine e di quelle di Cormons, altro snodo nevralgico oggi. Tutta via Rastello, nel centro storico, si è di fatto tinta di rosa. «Gorizia è davvero una tavolozza rosa – ha sottolineato alla vigilia della tappa il sindaco Rodolfo Ziberna –. È ovvio che ci saranno dei disagi, ma abbiamo cercato di avvisare tutti, tramite Sms alert chi è iscritto al servizio e volantini, ma questa nuova presenza del Giro d’Italia a Gorizia è davvero un’occasione eccezionale per promuovere la Capitale e la città».

Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italia. Un’aiuola “arredata” con le bici rosa. Foto Tibaldi e Confcommercio
Gorizia e il Collio vestiti con il colore del Giro d’Italia. Un’aiuola “arredata” con le bici rosa. Foto Tibaldi e Confcommercio

L’arrivo in piazza Transalpina-trgEvrope, divenuta simbolo della caduta dei confini e che a luglio attende pure per un salto da uno Stato all’altro il primatista mondiale dell’asta Armand Duplantis, «sarà un unicum, capace di richiamare l’attenzione a livello internazionale». Insomma, «mal che vada sarà un grande successo, capace di creare una ricaduta futura in termini di attrattività turistica e non solo per questa giornata», come ha sottolineato ancora ieri il sindaco, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per le previsioni meteo che finalmente sono sembrate amiche.

Se attesa ed entusiasmo a Gorizia e Nova Gorica sono palpabili per l’arrivo della corsa rosa, ci saranno anche spettatori “speciali” oggi a seguire il finale della tappa. Goriziani che in un certo senso sentono più “vicino” questo momento a suo modo storico. Roberto Collini, nei panni di giornalista della Rai, qualche corsa in vita sua l’ha seguita. Dove con “qualche” s’intendono 11 Giri d’Italia, nove Tour de France, 11 Mondiali e altrettante stagioni di grandi classiche.

La prima, però, rimane scolpita nella sua memoria, e quei ricordi riportano a un’altra Treviso – Gorizia. «Era il 1963 – racconta Collini –, e il traguardo allora era fissato ai piedi del Castello, poco oltre la Porta Leopoldina, dove vinse Vendramino Bariviera. Io avevo 12 anni, e nonostante il divieto di mio padre uscii di casa, presi l’autobus per arrivare in centro città e poi salii a piedi fino al maniero, dove c’era una folla incredibile. Vidi l’arrivo e lì mi innamorai del ciclismo, anche se quella disubbidienza mi costò una bella punizione di mio padre: almeno una settimana senza bicicletta e senza pallone. Ma ne valse la pena».

Già, perché il Giro d’Italia è sempre il Giro d’Italia. «Una festa nazional popolare – conferma Collini –. Il ciclismo è uno dei pochissimi sport, se non forse l’unico, che magari per pochi istanti mette tutti a stretto contatto con l’evento, vicino ai protagonisti, senza distanze e senza pagare un biglietto».

La tappa di oggi sarà speciale anche per Edy Reja, uomo di calcio ma anche grande appassionato (e praticante) delle due ruote. Fu lui a far scoprire a Enzo Cainero il circuito di San Floriano del Collio e Gorizia che, oggi, è alla base di una storica tappa transfrontaliera. «In questo la corsa abbraccia ancor più che in passato le due Gorizie, l’Italia e la Slovenia, e per me ha un sapore e un significato unici – dice –. Viste anche le complessità logistiche e organizzative, questo evento è un autentico esempio di cooperazione sopra e al di là dei confini. Bellissimo. Dove seguirò la corsa? Sono indeciso, perché ho ricevuto un invito per la zona dell’arrivo, ma mi piacerebbe gustarmi un po’ anche le salite, il circuito. Deciderò all’ultimo».

Ovviamente la tappa non interessa e coinvolge solo Gorizia, ma anche il Collio e Cormons. Ieri sera a San Floriano è stata festa grande per l’inaugurazione del nuovo murale di Bucuie che omaggia proprio la tappa e il territorio e farà da cornice al passaggio dei corridori, mentre oggi dalle 11 in piazza Libertà andrà in scena il “Likof in Rosa”, con maxischermo, chioschi e una grande festa per accogliere il Giro. 

La vetrina del salone Red House Studio a Gorizia
La vetrina del salone Red House Studio a Gorizia

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo