Gradisca, stop al recupero della Calle Maccari

GRADISCA. Il Patto di stabilità blocca il recupero di calle Maccari, devastata dall’esplosione del 24 dicembre 2011. Seppure già finanziati, gli interventi di ripristino delle opere di pubblica utilità andranno in appalto solamente quando governo centrale e Regione scioglieranno il nodo relativo al rispetto del Patto di stabilità e ai trasferimenti di risorse ai Comuni, che ora operano di fatto in esercizio provvisorio e senza potere approvare un bilancio di previsione almeno sino ad aprile. I lavori di calle Maccari sono stati finanziati dalla Regione con complessivi 113mila 200 euro. Sin dall’inizio era stata esclusa la possibilità di un ristoro con fondi pubblici dei danni subiti dai privati, non essendosi trattato di un fatto calamitoso ma avendo questo responsabilità umane. E così, se sarà il proprietario della palazzina a doversi fare carico del restauro (con le stesse cubature e caratteristiche precedenti), il Comune potrà provvedere se non altro al ristoro delle opere di interesse pubblico danneggiata dalla tremenda deflagrazione. Il preventivo prevede, nello specifico, 21mila euro per il ripristino del manto stradale, 20mila euro di spese tecniche, 20mila euro per la messa in sicurezza delle coperture di casa Maccari 10mila euro per la messa in sicurezza delle coperture del palazzo del Monte di Pietà e del citato palazzo dei Provveditori Veneti, 6mila euro per la sistemazione dei marciapiedi danneggiati e, infine, 5mila euro destinati al ripristino dell’illuminazione pubblica. A seguito della deflagrazione, per una mezza dozzina di persone si era reso necessario il reperimento di una nuova sistemazione a medio termine. I coniugi miracolosamente scampati al crollo hanno trovato una sistemazione privata, mentre i tre cittadini kosovari alloggiati nella palazzina hanno fatto il loro ingresso in un alloggio messo a disposizione dall’Ater.
Luigi Moschione, il 64enne rimasto ferito nell’esplosione propagatasi dal suo alloggio, dopo un lungo ricovero al Centro grandi ustionati dell’ospedale di Padova e successivamente all’Rsa di Gorizia, alloggia oggi alla casa di riposo San Salvatore di via della Campagnola. Sul gradiscano, dal cui alloggio si sprigionò il tremendo boato che fece crollare una palazzina di tre piani e squarciò il centro storico di Gradisca alla vigilia di Natale, pende l’accusa di disastro colposo. Il processo sarà celebrato in giugno e non è escluso che il Comune di Gradisca possa costituirsi parte civile.
Luigi Murciano
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