Grado, il fenicottero che non vola: resta solo in valle Cavanata

GRADO Trascorre tutto l’inverno da solo, senza alcuno dei suoi simili volati verso lidi più caldi. Nonostante gli stenti e i problemi fisici riesce a sopravvivere fino al ritorno degli altri uccelli, l’anno successivo. Un’attesa che diventa ancor più lunga di quanto si possa immaginare quando si è da soli. Quella che stiamo raccontando può essere considerata una piccola favola di Natale. Ma è realtà che si è venuta a sapere per caso in quanto c’è qualcuno che segue passo passo questa vicenda.
Protagonista della storia è un fenicottero rosa con un’ala lesionata, non può più volare. A seguirlo è la fotografa naturalista Margitta Schuff Thomann che continua a frequentare giorno dopo giorno la Valle Cavanata e che, grazie a potenti teleobiettivi, lo immortala nella sua solitudine.
La storia ha avuto inizio due anni fa. Siamo nella riserva naturale regionale, oasi faunistica della Valle Cavanata dove, ma non si sa come, il fenicottero rosa si ferisce a un’ala. Impossibile per lui volare, anche solo per spostarsi in altre parti della laguna gradese, al contrario delle altre migliaia di fenicotteri rosa che sono diventati ormai un richiamo annuale fisso per Grado, non solamente per gli appassionati di birdwatching. I fenicotteri rosa tornano puntuali in Valle Cavanata ma si spostano anche nelle altre valli della grande laguna gradese e in particolare in Valle Artalina che è adiacente per un tratto alla strada provinciale Grado-Monfalcone. Una strada che quando la valle “si tinge” di rosa vede code di autovetture e tante persone ferme a scattare fotografie, con teleobiettivi di ogni sorta ma anche con i semplici telefonini. Fenomeno, quello della presenza dei fenicotteri rosa, che fa anche promozione a Grado e che forse andrebbe meglio sfruttata.
Due anni fa, dunque, il fenicottero rosa si ferisce a un’ala che non gli permette di volare assieme agli altri. «Gli stormi di fenicotteri, presenti a periodi alternati – spiega Margitta – sono costretti sempre a lasciare questo individuo da solo con la speranza di poterlo incontrarlo nuovamente quando torneranno nell’isola. E lui cerca di sopravvivere; e pare che ci riesca bene».
L’auspicio è che alla prossima tornata, quando le temperature torneranno a salire, ci sia l’ennesimo ricongiungimento degli altri fenicotteri con quello ferito. Ma si spera che possa essere addirittura diversa, ancor più bella. «Quest’autunno – dice ancora Margitta Schuff Thomann – ho notato che ora il fenicottero rosa è capace di fare piccolissimi spostamenti, una specie di volo breve». Il vero lieto fine di questo racconto sarebbe quello di vederlo volare nuovamente assieme a tutti gli altri. —
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