Guerin invita alla cautela: «Non è vero che gli hotel saranno chiusi in estate»

È già passato il messaggio che le strutture ricettive non apriranno: raffiche di mail dai clienti, specie austriaci e tedeschi, per avere chiarimenti

Nicoletta Simoncello/LIGNANO

La decisione di non aprire la propria attività per l’estate rimbalza come un boomerang all’estero inficiando l’immagine dell’intera località. «Il problema è che, soprattutto nei nostri mercati principali, è già passato il messaggio che a Lignano gli alberghi non apriranno. I nostri clienti, soprattutto da Austria e Germania, ci stanno inviando mail a raffica per chiederci chiarimenti. Ma non è vero: se ci saranno le condizioni, la maggior parte degli alberghi aprirà». A lanciare l’appello a osservare una maggiore «cautela» è Enrico Guerin, presidente di Confcommercio Lignano che, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera a tutti gli associati.

«La situazione che stiamo vivendo dovuta al Covid-19 ci travolge: l’emergenza sanitaria mondiale sta provocando un blocco pressoché totale dell’economia – dice Guerin –. La ripercussione che sta avendo sulle attività economiche è decisamente rilevante e il turismo è uno dei settori più colpiti. Ora è difficile stilare qualsiasi valutazione attendibile. Mi è giunto all’orecchio che alcune attività pensano di non aprire per l’estate, alcune motivazioni sono legate a interventi edilizi al momento sospesi, con la reale prospettiva di non essere completate in tempo – continua –. Altri sulla base di un’ottimizzazione delle strutture da riaprire, altri ancora hanno preso la decisione sulla base di calcoli empirici dettati dal sentimento “mi costa meno stare chiuso”. Le vostre aziende le conoscete voi, quello che mi auguro è che certe scelte vengano fatte in maniera ponderata».

L’attività sindacale non si è arrestata. «Stiamo lavorando per tutelare le attività della città – prosegue Guerin –. Ci stiamo impegnando per cercare di avere risposte dalle autorità competenti per capire quali saranno le regole che dovremo rispettare alla riapertura delle nostre attività (distanziamento personale o sanificazione dei locali)». Dalla tassa di soggiorno ai tributi locali, e dai contratti d’affitto al noleggio dell’attrezzatura da spiaggia. «Siamo in stretto contatto con l’amministrazione locale per valutare modifiche sulle imposte e con i players del territorio per cambiare accordi presi prima dello scoppio dell’emergenza – spiega Guerin –. Fra le varie cose abbiamo portato all’attenzione la problematica relativa ai vari contratti d’affitto, alla liquidità aziendale e quindi all’accesso al credito».

A chiedere agli operatori turistici «prudenza» è anche Emanuele Rodeano, presidente Lisagest, che dice: «Se è chiaro che è ormai impossibile che la stagione parta, come di consueto, il primo maggio è altrettanto chiaro che nessuno può dettare tempistiche. Se qualcuno ha deciso di non aprire è legittimo, ma evitiamo di rendere ancora più complicato il compito di chi almeno ci vuole provare».—

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