Guerra dell’Imu in porto: il Comune perde con Samer

Seconda sconfitta del Municipio davanti alla Commissione tributaria provinciale  dopo quella subita da Romani. In ballo il rimborso sugli anni 2004, 2005, 2011
sterle trieste 09 02 09 terminal frutta operazioni di scarico sacconi patate
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Non è più come una volta quando il Comune vinceva sempre. Adesso gli capita di soccombere e allora deve affidarsi ai giudizi di appello. Ècapitato con la Romani, si è ripetuto con Samer Seaports (già Terminal frutta Trieste): la Commissione tributaria provinciale (Ctp) ha dato ragione al terminalista che aveva impugnato il pagamento dell’Imu.

Il contenzioso è ormai pluriennale, iniziato durante l’era cosoliniana e consolidato nella terza epoca dipiazzista: il Municipio ritiene che gli operatori portuali concessionari di beni demaniali debbano corrispondere l’imposta sugli immobili utilizzati all’interno del perimetro dello scalo. I concessionari la pensano in maniera radicalmente diversa e così si è acceso il confronto nelle sedi giudiziarie competenti, che sono la Commissione provinciale, quella regionale (Ctr) e in ultima istanza la Cassazione.

In genere il Comune ha sempre portato a casa i tre punti, soprattutto avanti la Suprema Corte dove l’indirizzo prevalente sembra arridere alla parte pubblica. Le ultime due tornate, per cui la giunta ha deciso di appellare le sentenze avverse della Ctp, hanno invece avuto esito negativo dato che hanno vinto i concessionari, prima Romani e poi Samer.

L’esecutivo municipale, in data 19 giugno, ha deliberato di incaricare per l’ennesima volta l’avvocato Caterina Corrado Oliva, socia dello studio genovese Uckmar, affinché ribalti in Commissione regionale il giudizio espresso dalla “provinciale” sul caso Samer. Il testo, illustrato dal vicesindaco Paolo Polidori, fa riferimento alla sentenza 228/2019, con cui sono state «parzialmente» accolte le tesi del ricorso presentato dal terminalista triestino, il quale chiedeva il rimborso dell’Ici versata negli anni 2004-2005-2011.

Il Comune ha sempre tenuto barra dritta nei confronti dei concessionari, in quanto gli uffici finanziario-tributari hanno stimato che il gettito ammonti alla rispettabile cifra di 5 milioni di euro.

Non a caso la delibera, che cita il parere espresso dallo studio Uckmar, sottolinea come «ottenere la conferma della debenza Ici può essere importante anche per i futuri sviluppi del più generale contenzioso tra Comune e concessionari demaniali». Più o meno ciò che già si scrisse in febbraio per motivare l’impugnazione della sentenza favorevole a Romani.

Perché affidarsi all’avvocato Corrado Oliva? Perché la complessità della materia, le problematiche di natura catastale, l’evoluzione del quadro giuridico-normativo - riporta la delibera di Polidori - richiedono una competenza specifica che il legale genovese, da vent’anni impegnata su questi temi anche in qualità di docente universitaria, ha maturato. Avrà una parcella “tutto compreso” pari a 20.000 euro.

Breve riepilogo delle puntate precedenti. Il Comune ha iniziato fin dal 2007 un’attività di verifica sul pagamento dell’Imu da parte dei concessionari demaniali in porto. Billitz, Pacorini, Grandi Molini, Maneschi, Parisi, GmT si sono ribellati. La discussione si attorciglia su una questione di classificazione catastale: se l’asset rientra nella categoria “D”, trasformazione e stoccaggio delle merci, il Comune esige l’Imu. Se è in classe “E” (carico/scarico), il concessionario è salvo. —



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