Gurian, fatture false per 200mila euro Il gip ordina il sequestro dei beni

Altri guai per l’azienda di refrigerazione di via Pigafetta fallita lo scorso luglio. Dagli accertamenti della guardia di finanza sono emerse irregolarità nella contabilità tenuta dalla proprietà
Di Corrado Barbacini
Foto Bruni 19.07.13 Gurian azienda frigorefrigerante chiusa
Foto Bruni 19.07.13 Gurian azienda frigorefrigerante chiusa

Non finiscono i guai per la “F. Gurian", impresa con sede in via Pigafetta, specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti di refrigerazione e condizionamento, e anche nella fornitura di celle refrigerate per navi. Nello scorso luglio, aveva portato i libri in tribunale presentando l’istanza di fallimento in proprio. Nei giorni scorsi - dopo gli accertamenti della Guardia di finanza - il giudice Guido Patriarchi ha disposto, su richiesta del pm Matteo Tripani, il sequestro per equivalente della somma di quasi 82 mila euro. Motivo: evasione fiscale. I fratelli Paolo e Maurizio Gurian, rispettivamente presidente del cda e amministratore delegato, secondo le indagini avrebbero contabilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse da due società straniere: la “The three e company ltd” e la “Oil works ltd”. Fatture false, insomma: in questo modo, secondo il pm Tripani, hanno indicato per l’anno d’imposta 2010 elementi passivi di 129 mila euro; e per il 2012 altri elementi passivi per 66mila euro.

Il sequestro per equivalente ha aggredito i conti correnti e i beni immobiliari dei fratelli Gurian. Per questo gli investigatori della Guardia di finanza hanno notificato, su ordine del pm Tripani, il provvedimento sia agli istituti di credito che all’ufficio del territorio. Gli accertamenti degli investigatori hanno riguardato in particolare alcune commesse pervenute dalla società Chalmers engineering con sede a Dubai. Ma anche alcuni progetti riguardanti la realizzazione di un rigassificatore commissionato dalla Regione Toscana e localizzato al largo di Livorno, i lavori di ristrutturazione di una nave petrolifera e alcuni progetti riguardanti la realizzazione di impianti di condizionamento installati su una piattaforma petrolifera in mar Caspio.

Le indagini sono state integrate da una serie di dichiarazioni fornite da alcuni ex dipendenti e collaboratori della ditta di impianti di condizionamento. Dichiarazioni dalle quali è emerso che alle fatture - poi contestate dagli inquirenti - non corrispondeva il lavoro vero e proprio. Infatti, come ha rilevato il giudice Patriarchi, la Gurian non aveva mai ricevuto le commesse per le quali secondo i documenti erano stati effettuati i lavori. Da qui l’emissione del decreto relativo all’Ires che, secondo l’accusa, è stata evasa.

Il difensore dei fratelli Gurian, l’avvocato Emanuele Urso, rileva in una nota che «i clienti erano effettivi e i cantieri si trovavano effettivamente in Kazakistan e a Malta». Continua Urso: «Se i clienti sono veri ed esistenti, come provato anche dalle testimonianze, se le fatture dei clienti sono state pagate per l’attività di assistenza ai cantieri svolta dalla F. Gurian srl, se dipendenti della società non sono stati utilizzati per le predette attività presso cantieri a Dubai ed in Kazakistan, chi avrebbe prestato l’attività lavorativa manuale se non le società le cui fatture vengono contestate? D’altronde i pagamenti alle predette società sono stati effettuati a mezzo regolari bonifici presso i rispettivi istituti di credito indicati, senza alcun rilievo neppure da parte della Guardia di finanza».

«L’azienda fondata nel 1933 - ricorda il sito web della “F. Gurian” nella sezione “storia” - inizia una propria produzione di sistemi di refrigerazione con l’utilizzo di prodotti direttamente importati da un’azienda americana». Il riferimento è alla Carrier, già leader mondiale nel campo della refrigerazione: la realtà triestina non ne ha solo impiegato le tecnologie ma le ha sviluppate in termini di potenzialità, determinando importanti progressi. «L'impresa rilevata successivamente da Ferruccio Gurian nel 1955 arriva alla produzione di impianti frigoriferi con l'utilizzo di tecnologie completamente made in Italy», aggiunge un altro passaggio della sezione storica del sito. L'azienda allestiva celle di refrigerazione per macellerie, pescherie e servizi di ristorazione, poi le competenze si allargarono al settore navale, divenuto nel tempo il punto forte della sua attività nel campo della costruzione e installazione di impianti di refrigerazione e condizionamento. Sempre con al fianco la Carrier. Una storia terminata con il fallimento. E ora giunta al suo ultimo capitolo con il decreto di sequestro per equivalente.

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