Lavori finiti al valico di Fernetti: il traffico ritorna scorrevole
Contenuti i disagi per il cantiere sulla H4, resta il nodo dell’uso differenziato delle due corsie. Kosmina: «Mezzi da indirizzare già in territorio sloveno»

Traffico scorrevole. Controlli delle forze dell’ordine facilitati dalla presenza di aree dedicate. Segnaletica orizzontale e verticale rinnovata ed evidente. Un piazzale finalmente sistemato e degno di un’area di grande passaggio. È il nuovo assetto del confine di Fernetti per ciò che concerne l’ingresso in Italia, che da ieri si svolge su due distinte corsie, una per i mezzi pesanti, l’altra per quelli leggeri, e ha superato il primo banco di prova.
Il regime che prevede di riservare la corsia di destra ai Tir e quella di sinistra a tutti gli altri veicoli, in massima parte vetture, si sta insomma rivelando adeguato alle necessità del momento.
A queste condizioni non rappresenta più un problema insuperabile la parziale chiusura della superstrada slovena H4 in vigore dal 17 agosto nel tratto fra Razdrto e Vipava, per i lavori di ristrutturazione della carreggiata, che si dovrebbe prolungare fino alla fine di novembre, provocando come conseguenza il riversamento su Fernetti di un traffico superiore alla media.
E si può guardare con maggiore ottimismo anche alla prevista seconda chiusura della H4, programmata per il periodo che va da luglio a ottobre del 2026. «Siamo stati sul confine per una verifica già nelle prime ore dopo l’entrata in vigore del regime a doppia corsia – spiega la sindaca di Monrupino, Tanja Kosmina, firmataria dell’ordinanza che fissa le regole del nuovo assetto, in quanto di competenza dell’amministrazione che esercita la giurisdizione sulla zona di Fernetti – e abbiamo riscontrato che in effetti la situazione è sotto controllo. Alla fine insomma ce l’abbiamo fatta – aggiunge – e dopo mesi di incontri, talvolta anche vivaci, con le autorità slovene competenti per la viabilità, ora il traffico sul valico può procedere nella massima sicurezza».

Sul piano pratico, sono state rinforzate sull’asfalto le linee che delimitano le due corsie, sono stati sistemati su ciascuna delle due corsie i box di ricovero per le forze dell’ordine addette ai controlli al confine e allestite le aree di sosta per tutti i mezzi di servizio. Un’adeguata cartellonistica è stata collocata lungo l’autostrada anche in territorio sloveno, in modo da preparare chi è alla guida ad affrontare nel modo migliore il transito sul valico.
«Rimane un solo aspetto da migliorare – sottolinea Kosmina – e riguarda il tracciato che devono seguire tutti i mezzi in transito, una volta superato il valico. La previsione è infatti di indirizzare già in territorio sloveno i Tir che devono entrare in Italia sulla corsia di destra e tutti gli altri mezzi su quella di sinistra. L’obiettivo – prosegue – è di favorire i primi, che così possono entrare subito sul raccordo autostradale che inizia pochi metri dopo il confine, girando subito a destra, mentre le vetture, convogliate sulla corsia di sinistra, dovrebbero proseguire per alcune centinaia di metri lungo la 58, cioè la strada regionale che da Fernetti porta a Opicina, per poi imboccare la discesa d’ingresso all’Interporto e dal piazzale di quest’ultimo raggiungere l’ingresso del raccordo. Un sistema – continua – ideato per evitare problemi».

È accaduto però in queste prime ore che numerosi automobilisti, diretti in autostrada, entrassero nella corsia di destra scavalcando la linea cosiddetta “di mezzeria”. Una manovra pericolosa – evidenzia Kosmina – che, in prospettiva, potrebbe dare origine a incidenti. Abbiamo perciò invitato le competenti autorità a provvedere alla sistemazione di una cartellonistica ad hoc, che inviti automobilisti e motociclisti a entrare in autostrada facendo il giro più largo.
Si tratta di imboccare la 58, dopo il valico, in direzione di Opicina, per poche centinaia di metri, entrare nel piazzale dell’Interporto e uscirne per raggiungere il raccordo con la A4. Una manovra – conclude la sindaca di Monrupino – che comporta maggiore sicurezza per tutti, a fronte di poche centinaia di metri in più da percorrere». —
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