Heinichen e l'intrigo del Corvo

Le tappe del piano del serial writer: un incubo che dura da 14 mesi
L’incubo di Veit Heinichen inizia il 5 gennaio del 2008 con due telefonate anonime. Telefonate a cui, subito dopo, si aggiunge l’arrivo di lettere con testo battuto al computer e indirizzo scritto a mano. In quelle missive lo scrittore tedesco viene dipinto come un pericoloso pedofilo, scappato a Trieste dopo aver subito in patria una processo per abusi sessuali ai danni di alcuni minori.


L’accusa infamante mossa contro il giallista inizia rapidamente a diffondersi in tutta la città. Lettere anonime infarcite di calunnie vengono inviate a ristoranti, gallerie d’arte, locali pubblici, circoli sportivi, giornali. Il corvo è abile e scientifico: conosce alla perfezione le abitudini dell’autore delle «Lunghe ombre della morte» e batte a tappeto tutti i luoghi da lui frequentati abitualmente.


L’unica arma di difesa a dispozione di Heinichen appare quindi la denuncia contro ignoti per calunnia. Una mossa che spinge innanzitutto gli investigatori della Mobile e il pubblico ministero Lucia Baldovin ad indagare sulle accuse, rivelatesi tutte assolutamente infondate e inconsistenti, e a spostare poi il tiro sull’identità del «serial writer».


Prendono così il via le ricerche nel giro di amicizie triestine dello scrittore. Gli inquirenti passano al setaccio la vita di conoscenti, colleghi e vecchi «compagni di bevute», arrivando alla fine ad individuare alcuni sospetti. In particolare un uomo con cui Heinichen aveva troncato i rapporti diversi anni fa per via di alcuni comportamenti giudicati poco trasparenti.


Nei suoi confronti il via perquisizioni, intercettazioni e perizie calligrafiche. Ma nessun accertamento conduce all’esito sperato. La prova capace di incastrare definitivamente il «corvo» non si trova e anche l’ultimo nome inserito nella lista dei potenziali grafomani viene depennato.


Nel frattempo lo scrittore della Foresta nera decide di rompere il silenzio. In un lungo e appassionato intervento svela la trama dell’intrigo nel quale, suo malgrado, è rimasto invischiato. Un intrigo che chiama in causa anche protagonisti torbidi di fatti di cronaca, da Alessandro Moncini ad Arnaldo Franceschino. Un intrigo che continua ancora.
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