I 200 aspiranti attori pianisti attratti dal telefilm dei misteri
Il casting al Savoia per la nuova serie tv della Indigo su cui le bocche sono cucite Si sa solo che sarà diretta da Ivan Cotroneo. A presentarsi anche dei “fuori quota”

Silvano Trieste 07/09/2017 Savoia Hotel, casting per Fiction Televisiva
Se già può non essere semplice ricordarsi il proprio nome e cognome e la città di provenienza quando ci si trova di fronte all’obiettivo di una telecamera, in una stanza dall’illuminazione fredda e piena di altri concorrenti in attesa che ascoltano, si può capire allora qualche attimo di incertezza nel rispondere alla domanda: «Perché sei venuto al casting?». Mentre chiunque rimarrebbe spiazzato se gli si domandasse: «Cosa provi mentre suoni?» e «Come ti vedi tra 10 anni? Vedi un futuro nella musica?». Ma non sono “chiunque” i quasi duecento giovani aspiranti protagonisti della nuova serie tv di Indigo Film arrivati ieri al Savoia, o comunque non pare lo vogliano rimanere a lungo, come spiega Antonella della “Galaxia casting”: «Sono tutti ragazzi e ragazze sopra la media e studiosi, che si applicano e ci credono veramente molto. Alle volte facendo anche grossi sacrifici e venendo da lontano, oggi (ieri,
ndr
) anche da Padova, Bologna e Milano».
Bocche cucite però a proposito del progetto, anche se secondo alcune indiscrezioni trapelate dal resto d’Italia si tratterà di una serie scritta e diretta da Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore e regista che nel 2015 è risultato vincitore del Globo d’Oro per la migliore sceneggiatura con il suo secondo film “Un Bacio”. Ieri all’hotel Savoia Excelsior l’unica informazione disponibile era che si cercavano un ragazzo e una ragazza di età compresa tra i 14 e i 19 anni che sapessero suonare il pianoforte, anche senza alcuna esperienza recitativa alle spalle. Anche se, come si scopre subito ad una prima occhiata, non tutti sembrano rientrare in questa fascia d’età, come la dodicenne Sara da Gorizia. «Quando fa i casting per ruoli entro i dodici anni sembra sempre troppo grande», spiega Marzia, sua madre, seduta vicino alla figlia un po’ tesa ma non troppo, perché «i concorsi di pianoforte mi rendono più nervosa». Lei suona da sette anni, prima in un istituto musicale e poi con professore russo che, dopo averla sentita, ha deciso di fornirle una preparazione più alta. Quindi non esita ad affermare che «la musica è nel mio futuro, perché andrò in una scuola del settore all’estero».
Alle volte, crescendo, la risposta alla domanda posta dall’organizzazione può diventare meno ovvia o precisa, come dimostra la risata ironica prima di rispondere di Federico Tattoni, nella situazione anagrafica opposta a quella di Sara, avendo compiuto vent’anni da un paio di giorni. «Mi piacerebbe continuare a studiare e diventare qualcuno in ciò che farò, anche se diventare un attore di certo non mi dispiacerebbe – dice – ma non smetterò di suonare! La musica mi è sempre interessata e credo che vada reinterpretata per renderla viva e coinvolgere anche chi ascolta». Di opinione diversa è Sara Giovannini, diciannovenne da Treviso che attende il suo turno fumando una sigaretta in balcone con l’amica che l’ha accompagnata: «Quando si suona si ha la grande responsabilità di eseguire lo spartito di un grande compositore, mentre secondo me un copione ti dà una grande libertà d’interpretazione personale». Da quello che racconta, pare avere cognizione di entrambi i mondi, quello cinematografico e quello musicale che vede la possibilità di intrecciare con questo casting, e sembra avere le carte in regola per questo ruolo. «Ho studiato recitazione prima attraverso dei corsi e poi mi sono iscritta all’accademia per tentare di muovere i primi passi nel mondo del cinema – racconta –. Studio invece musica da quando avevo tre anni e ho imparato a suonare tutti i tipi di flauti, da dieci anni mi sono concentrata in particolare su quello traverso, e per quattro ho praticato pianoforte come strumento complementare. Arrivavo a studiare per cinque ore al giorno fino ad ottenere il diploma a Ferrara in “teoria e solfeggio musicale”». Lei, che è scesa sin nella “giungla romana” per trovarsi un agente, afferma che finalmente vede aprirsi anche nel Nordest, dove non ci sono mai state molte occasioni, una finestra verso il cinema nazionale, in particolare a Trieste. Cinema nazionale che vedrà da ottobre coinvolto il giovane quattordicenne Giacomo da Padova in un ruolo secondario di un film di Luminelli con Alessandro Gassman e Neri Marcorè. È accompagnato dal cugino Nicola e dalla madre Isabella, la quale dice che «la passione per la musica è di casa e io lo appoggerò fin dove posso finché lo vedrò felice di questo suo amore anche per la recitazione». Per lui, suonare è «come fare una passeggiata con un vecchio amico, perché mi tranquillizza e ormai ho imparato a controllare lo strumento».
Infine, c’è giustamente chi si pone un interrogativo sensato vista l’importanza che la musica riveste in questo provino. Il diciassettenne Giuseppe, pianista jazz e secondo violino in un’orchestra che ha suonato anche a Praga e Vienna, si è presentato per curiosità, rimanendo deluso da un dettaglio: «Ma perché non c’è un pianoforte da suonare?».
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