I carabinieri del Noe alla Cimolai «Gestione abusiva di rifiuti»

Sequestrata una superficie di 2.300 metri quadrati e 1.530 tonnellate di materiale anche ferroso

Laura Borsani

La «gestione illecita di rifiuti», a fronte dell’assenza di autorizzazioni ambientali previste dalla normativa, nonché il sequestro di 1.530 tonnellate di materiale stoccato «abusivamente» e delle relative aree, per una superficie complessiva di 2.300 metri quadrati.

All’esito delle indagini inquirenti è stata contestualmente formalizzata la denuncia nei confronti del direttore dello stabilimento, oltre ad una sanzione amministrativa all’azienda.

È accaduto, nei giorni scorsi, alla Cimolai Spa, gruppo industriale leader nella costruzioni di grandi opere complesse, che nella zona del Lisert, con lo stabilimento situato in via Timavo, in area retroportuale, si occupa di lavorazioni meccaniche ad alto contenuto tecnologico e ad elevata precisione. Assemblaggi di grande rilievo, veri e propri giganti di acciaio, all’insegna di importanti commesse, una su tutte le paratie del canale di Panama.

La “visita” allo stabilimento cittadino è stata quella dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Udine, eseguita nell’ambito del costante controllo del territorio in materia ambientale e con particolare attenzione alla gestione dei rifiuti d parte delle aziende locali. I militari del Noe hanno effettuato un’approfondita verifica all’interno del complesso industriale operante nel settore della carpenteria metallica pesante, controllo che ha portato alla rilevazione di «irregolarità», è stato spiegato dai Noe.

Il tutto è ora all’attenzione della Procura di Gorizia, alla quale compete il coordinamento delle indagini. Nel corso dell’intervento dei carabinieri del Noe udinese è stato rilevato lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate.

In particolare, si tratta di 1.500 tonnellate di rottami ferrosi e di 30 tonnellate di imballaggi di legno. Il materiale, classificato come rifiuto, era «depositato sulla nuda terra di un piazzale», è stato sempre riferito dagli inquirenti, della superficie di 2 mila metri quadrati, movimentato mediante una macchina operatrice tipo “ragno”, dotata quindi di un braccio e relativo escavatore.

In un secondo piazzale di 300 metri quadrati, i carabinieri del Noe hanno verificato l’irregolarità in ordine allo scarico di acque demineralizzate, privo di autorizzazione, nonché la presenza di un impianto di osmosi sempre senza autorizzazione. C’è un ulteriore aspetto riscontrato dagli inquirenti. Durante il controllo è stato trovato un operaio dipendente di un’altra ditta mentre in un’area sempre non autorizzata, stava lavorando sui rottami metallici, al fine di ridurne i volumi attraverso l’utilizzo di una fiamma ossidrica.

Nel complesso dell’attività eseguita, dunque, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Udine hanno posto sotto sequestro l’impianto di osmosi, i due piazzali, rispettivamente di duemila e trecento metri quadrati, i rifiuti stoccati del peso totale di 1.530 tonnellate, nonché il mezzo utilizzato per la movimentazione dei materiali e diciotto bombole di gas e ossigeno delle quali si era avvalso l’operaio per il taglio dei rottami ferrosi. Da qui la denuncia a piede libero nei confronti del direttore dello stabilimento e la sanzione amministrativa a carico dell’azienda.

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Udine hanno spiegato che in futuro l’azienda sarà chiamata al corretto smaltimento dei rifiuti, al ripristino dello stato dei luoghi e alla regolarizzazione sotto il profilo autorizzatorio.

L’attività eseguita è stata pertanto relazionata alla Procura di Gorizia che ha assunto il coordinamento delle indagini.—

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