I familiari degli ospiti: siamo preoccupati

Visite ininterrotte in via Marchesetti per ottenere rassicurazioni. «Adesso più controlli»
Tragedia annunciata, frutto di un servizio carente oppure drammatica casualità, che sarebbe potuta succedere in qualsiasi altra casa di riposo? Le opioni dei familiari degli ospiti di casa Bartoli, accorsi precipitosamente ieri pomeriggio per visitare i propri cari e accertarsi del loro stato di salute, si spaccano a metà. Su un punto però tutti concordano: «Siamo preoccupati. Cose del genere non dovrebbero capitare mai». Si sono presentati in tanti ieri, nell’arco dell’intera giornata, nella struttura di via Marchesetti.


Gli stati d’animo prevalenti erano stupore e preoccupazione per l’accaduto, accompagnati da un pizzico di malumore per non essere stati avvisati dai responsabili di casa Bartoli su ciò che stava succedendo. «Lo abbiamo saputo da radio e notiziari televisivi - hanno detto i familiari degli ospiti di casa Bartoli - e ci siamo subito precipitati qui». Chi varcava l’ingresso della casa di riposo, ieri, tirava innanzitutto un sospiro di sollievo: «Fortunatamente la disgrazia non è toccata alla nostra famiglia», hanno detto in molti.


Tra gli ospiti di casa Bartoli, infatti, in tanti, per svariati motivi, cha vanno dall’impossibilità di masticare al semplice gusto alimentare, venerdì scorso non hanno mangiato il pesce, che si presume essere, dai primi accertamenti, l’imputato numero uno dell’intossicazione che ha provocato il decesso di un anziano e il ricovero di altri sei all’ospedale di Cattinara. Ma una volta tirato il sospiro di sollievo, tutti hanno voluto commentare l’accaduto, con una certa dose di preoccupazione per quelle che potrebbero essere le conseguenze e il futuro della struttura residenziale.


Opinioni diverse, in certi casi diametralmente opposte: da una parte chi, pur non nascondendo malessere e angoscia, si è mostrato abbastanza comprensivo, sottolineando che «in strutture di questo tipo, purtroppo, fatti del genere non sono isolati». Dall’altra, invece, chi ha puntato il dito contro il servizio offerto a casa Bartoli, e ha parlato di «tragedia annunciata».


La pensa così, ad esempio, Francesca Marisole: «Ho saputo dell’intossicazione e dei ricoveri all’ora di pranzo, da un notiziario radio, e sono venuta qui di corsa per vedere come stava mia zia - ha raccontato -. Sono rimasta letteralmente sconvolta, perchè fatti di questo tipo lasciano il segno. Fortunatamente mia zia è molto anziana e non può masticare, quindi ieri non ha mangiato il pesce e non si è sentita male. Io vengo a trovarla quasi ogni giorno e non sono soddisfatta del servizio offerto: gli inservienti sono pochi, soprattutto nei weekend, e il cibo servito non mi sembra di grande qualità. Bisognerebbe invece essere consapevoli che, essendo gli ospiti persone molto anziane e fisicamente deboli, gli alimenti devono essere controllati minuziosamente, sempre. Le persone che lavorano a stretto contatto con mia zia non hanno colpa. Sono i pezzi grossi, i dirigenti, che dovrebbero perdere la sedia dopo ciò che è accaduto».


«Io non credo che casa Bartoli offra un servizio scadente - afferma invece Roberto Linassi -. Mio padre è ospitato qui da circa un mese e si trova bene: dal punto di vista medico-infermieristico mi sembra che la qualità sia superiore alla media. Certo è che la notizia dell’intossicazione mi ha messo un bel po’ d’ansia addosso, perchè si tratta di un fatto che non dovrebbe accadere mai. Per fortuna mio padre non ama il pesce, quindi ha scampato il pericolo. L’unica nota positiva di questa brutta faccenda è che ora il cibo sarà probabilmente più controllato di prima».


Opinione simile a quella di Antonia Maier, che ha insistito sul fatto che «Ora bisogna accertare le responsabilità e fare in modo che una cosa del genere non accada più. Mio marito - ha affermato - sta bene, ma ho avuto tanta paura e, dopo aver appreso la notizia, mi sono precipitata a trovarlo».

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