I geometri di Gorizia: «Salviamo il “Pacassi”»

Il monito di Luana Tunini (Collegio dei geometri): «Gorizia non può perdere lo storico istituto. E sbaglia di grosso chi dice che è una scuola superata. Siamo pronti a collaborare per pubblicizzarla»
Di Francesco Fain
Surveyor
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«L’Istituto Pacassi è sul giro d’aria ed è a rischio estinzione? Certo che siamo preoccupati. È da quella scuola che attingiamo le nuove leve. Bisogna fare di tutto per salvarla. E noi siamo pronti a fare la nostra parte».

Luana Tunini, presidente del Collegio dei geometri di Gorizia, ha seguito con apprensione gli ultimi sviluppi: il fatto di non essere riusciti a mettere in piedi nemmeno una prima classe compromette il futuro della storica istituzione. «Qualcuno (il sindaco Romoli, ndr) ritiene che tale tipo di scuola è superata. Non è così, si sbaglia di grosso. Questo istituto, dopo un tirocinio professionale di 18 mesi, offre la possibilità di intraprendere un lavoro autonomo. Attualmente, al nostro Collegio ci sono 245 iscritti», scandisce con chiarezza Tunini. E aggiunge: «Perché siamo arrivati a questo punto? Perché la promozione della scuola è stata carente. Noi abbiamo sempre offerto la nostra collaborazione a pubblicizzare il “Pacassi” ma non possiamo farlo autonomamente. Siamo delusi e amareggiati. Credo ci sia stata una certa leggerezza nella gestione della vicenda». La presidente Chiara Tunini torna ad offrire la collaborazione del Collegio dei geometri per un’attività promozionale il prossimo anno. «È la nostra scuola. Ormai, mi par di capire che non ci saranno novità positive per quest’anno scolastico. Però, impegniamoci tutti a salvare il “Pacassi” dal 2014».

Sul tema interviene anche il consigliere nazionale e vicepresidente della federazione mondiale dei geometri Bruno Razza. «La scuola superiore (ex per geometri) oggi si chiama Cat ed è il più puntuale percorso didattico per la formazione delle nuove figure professionali di cui la società ha bisogno. Mi sembra assolutamente miope il disinteresse delle istituzioni nei confronti di questo tipo di formazione, direi insostituibile. Basta che ci fermiamo all’attualità: tutti parlano in questi tempi della riforma del catasto.

È un argomento cruciale per l’Imu, per il governo e per tutta la fiscalità che si trascina. Ebbene: la figura tecnica protagonista di questa riforma è il geometra, il quale - argomenta Razza - partecipa in prima persona all’attività catastale, prima fra tutte le categorie ad occuparsi del problema e in grado di risolverlo con il proprio lavoro. Questo per inquadrare un po’ il problema di una categoria che non può sparire dal territorio e dalla società». «Pertanto - aggiunge il consigliere nazionale e vicepresidente della federazione mondiale dei geometri - credo che il sindaco Romoli, assieme a tutti i colleghi della provincia, dovrebbe preoccuparsi perlomeno altrettanto del preside dell’Istituto tecnico e delle famiglie degli studenti che, quest’anno a Gorizia, non hanno potuto iscriversi al Cat, mortificando e deludendo le aspettative dei giovani che pensavano di poter diventare geometri o, come dice Gherghetta, prepararsi adeguatamente per diventare poi architetti (sempre a Gorizia) ed occuparsi in entrambi i casi del proprio territorio e della propria gente».

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