I minatori sloveni non cedono Protesta a oltranza sotto terra

TRIESTE. Scorza dura quella dei minatori. Ne sanno qualcosa nell’Inglesiente e nel Sulcis. Stavolta tocca ai “cugini” sloveni lottare per rivendicare i propri diritti, il proprio salario, duro, pericoloso, sudato nelle viscere della terra. Quelle viscere che da due giorni ne ospitano 130 che a quota -220 svolgono la propria portesta contro la proprietà insolvente. La syessa premier slovena Alenka Bratušek ha fatto visita ai minatori dell'impianto Trbovlje-Hrastnik, in sciopero da tre giorni per il mancato pagamento di stipendi e bonuscite per quasi mezzo milione di euro. Il breve colloquio, svoltosi martedì sera alle 21, non ha portato alla fine dello sciopero. Il dialogo avviato dai vertici della società che gestisce la miniera con i dipendenti potrebbe portare a una svolta già nelle prossime ore. I minatori vogliono però prima vedere i soldi che li spettano accreditati sui propri conti correntiBratušek ha promesso di mettere ordine riguardo alle richieste. Oltre ai minatori accampati nelle viscere della terra altri 70 dipendenti della società stazionano all'entrata della galleria.
Il morale degli scioperanti è alto nonostante i problemi di salute che si stanno facendo strada tra gli occupanti quota -220. Il presidente del Comitato di sciopero Anton Lisec ha affermato di essere stato raggiunto telefonicamente anche dal presidente della Repubblica, Borut Pahor. «Ma tutto ciò non ci è molto utile», ha commentato, visto che il direttore della miniera non ha ancora contattato i minatori e quindi la trattativa è momentaneamente ferma. «Se la premier è venuta da noi alle 21 forse anche il direttore poteva raggiungerci magari con calma attorno a mezzogiorno», ha commentatao davanti ai block-notes dei giornalisti. «Noi non nascondiamo nulla - ha proseguito Lisec - le direzioni da prendere nella mediazione sono chiare ma senza un interlocutore serio è difficile raggiungere qualcosa». E poi ha ripetuto la domanda: «È normale che un direttore che ha 130 minatori sotto terra non venga a vedere neppure una volta quale è la situazione?»
Evidentemente informato della figuraccia che stava rimediando immediatamente il direttore Bojan Jelen si è recato alla miniera nel primo pomeriggio di ieri. Dopo alcune ore di trattativa lo stesso direttore è salito in automobile per recarsi a Lubiana. Il vicepresidente del Comitato di sciopero Stane Rožanc ha annunciato che su qualche punto è stato raggiunto un accordo, ma che comunque i minatori aspettano un documento scritto con impegni precisi e concreti. Quindi per i 130 minatori è stata un’altra notte a quota -220. «Ora non abbiamo bisogno di altre visite - gli ha fatto eco il presidente del Comitato, Anton Lisec - ma della soluzione. La situazione dei minatori sotto terra è stabile, il morale buono e anche la situazione sanitaria è sotto controllo», anche se tra gli scioperanti si comincia a sentire il freddo, l’umidità e problemi agli occhi.
A portare solidarietà e cibo ai colleghi in miniera anche i minatori di Velenje che hanno voluto così concretamente far sapere agli scioperanti di non essere soli. La premier Bratušek è rimasta profondamente colpita dalle condizioni degli occupanti a quota -220 e questo fa ben sperare in una rapida e positiva conclusione della vicenda.
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