I profughi goriziani a Bruck

L’opera di Vili Princic riporta alla luce l’esodo di un secolo fa

Notevole interesse ha suscitato il libro del ricercatore-pubblicista goriziano Vili Princic "V Brucku taboriscu...1915 - 1918" ("Nel campo profughi di Bruck"). L'opera, scritta in lingua slovena, è stata illustrata nella presentazione al Kulturni dom dalla storica slovena Petra Svoljsak, che ha evidenziato il grande lavoro di ricerca e di rilettura fatto da Princic nel descrivere la dura vita di prigionia nel campo profughi di Bruck der Leitha, vicino a Vienna. Nel campo trovarono sistemazione oltre 5000 profughi isontini. Un quadro di forte impatto emotivo che ha messo in luce le difficili condizioni di vita e gli enormi problemi che la nostra gente doveva affrontare. Il libro ripercorre i tragici fatti avvenuti cent'anni fa, partendo dalla fuga della popolazione civile dai nostri luoghi ai lunghi viaggi fatti con il treno, per poi giungere nei vari campi di raccolta dislocati in tutto il territorio austriaco. Particolarmente erano noti i campi di Wagna, nei pressi di Graz, di Steinklamm, nell'Austria centrale, Gmund al confine della Cecoslovacchia e, appunto, in quello di Bruck. Nelle baracche di legno, i profughi goriziani rimasero quasi tre anni vivendo tutti quei disagi che questi casi accompagnano la gente inerme e bisognosa di tutto. Nel campo di Bruck morirono ben 752 persone, per lo più bambini, mentre i nati furono 188. Il dettagliato lavoro di ricerca da parte di Princic è stato realizzato consultando gli archivi del comune di Bruck riuscendo a trovare gli elenchi con i nomi di tutti. Il libro, edito dall'Editoriale stampa triestina è di 240 pagine e raccoglie oltre 80 fotografie che conferiscono al lavoro una preziosità storica di grande valore. (e.d.)

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