I sindacati: subito un tavolo prima che A2A ci ripensi

Un tavolo tra Comune, Provincia, Regione, assieme ad A2A, ai sindacati e a tutti i soggetti interessati, per confrontarsi sul futuro della centrale, tenendo conto della riduzione dell’impatto ambientale e del mantenimento dei posti di lavoro. L’incipit dell’incontro organizzato ieri all’Europalace da Filctem-Flaei-Uilcem del Friuli Venezia Giulia, è stato la proposta lanciata dai sindacati. «Bisogna evitare - ha detto Giovanni Comparone, segretario generale regionale della Filctem-Cgil - di dilatare i tempi per non fornire all’azienda un alibi volto a dirottare altrove le risorse finanziarie». Quanto al progetto di A2A, ha aggiunto: «Ci aspettiamo che l’azienda ci convochi. S’è impegnata a non utilizzare gli ammortizzatori sociali. Ciò si dovrà tradurre in un accordo sottoscritto dalle parti». La proposta sul tavolo interistituzionale ha raccolto il consenso. Come pure è stata colta l’occasione per “fare chiarezza”, dopo le prese di posizione susseguitesi in questi giorni. Maurizio Sacilotto (Uilcem-Uilm) ha premesso: «Da tempo le organizzazioni sindacali hanno aperto un contenzioso con l’azienda sulla modernizzazione degli impianti. Siamo anche scesi in piazza». Ora c’è lo studio del nuovo progetto. I rappresentanti sindacali hanno sottolineato la necessità di difendere i 160 lavoratori e quelli dell’indotto, ma anche di mettere mano agli impianti obsoleti. Comparone ha fornito una lunga sequela di dati. Ha parlato del costo dell’energia elettrica in Italia (il più alto in Europa), che si ripercuote sulle attività produttive; dell’aumento dei consumi in regione e in provincia; di equilibrio tra competitività e impatto sul territorio; di efficientamento della filiera elettrica. Il tutto privilegiando la produzione decentrata e diffusa di energia. Quindi ha osservato: «Non è realistico fare a meno delle centrali di base. Serve piuttosto una centrale moderna».
Quindi i chiarimenti ripercorsi dal responsabile degli impianti termoelettrici di A2A, Massimo Tiberga. Il protocollo del 2004 di Endesa, assieme alla conversione a metano dei 2 gruppi ad olio, conferma la presenza degli attuali gruppi a carbone, prevedendone la sola ambientalizzazione. Il tutto portando la potenza a 1152 MW. Il progetto di A2A, invece, punta, a regime, a smantellare i gruppi ad olio e a carbone per realizzare un nuovo impianto a carbone ad alta tecnologia, per una potenza di 340 MW, prevedendo un parco-carbone coperto. Sul piatto una quota-parte di metano sfruttando l’allacciamento alla rete regionale, ad un chilometro dalla centrale. Evidente la drastica riduzione delle emissioni, anche con il concorso del teleriscaldamento. «Lo studio - ha spiegato Tiberga - non è stato ancora presentato ai Ministeri competenti proprio perchè vogliamo discuterlo prima con la comunità». E ancora: l’opzione-metano è impraticabile, a fronte della riduzione dei consumi, specie industriali, e del costo del gas importato dall’estero. «Oltre la metà degli impianti in Italia, quindi quasi tutti quelli a metano - ha aggiunto - risente fortemente di questi fattori. Le nostre centrali a ciclo combinato funzionano meno di 2mila ore l’anno». Il tavolo tecnico per l’ambiente, inoltre, è ben distinto da quello successivo che sarà aperto sul piano industriale per la centrale. Tiberga ha precisato: «I 70mila euro l’anno che metteremo a disposizione serviranno per indagini e interventi a carattere ambientale, non sono una “contropartita”». A proposito di fonti rinnovabili: si tratta di biomasse, per una produzione minore del 10%. «Nessuno vuole inserire un inceneritore per rifiuti: gli iter sono diversi e i nostri impianti non sono adatti».
Per la Regione, il direttore dell’Ambiente e dell’Energia, Giovanni Petris, ha raccolto la proposta del tavolo interistituzionale: «S’inserisce nel programma energetico per il quale è in fase di predisposizione il piano regionale che prevede, ai fini autorizzatori, una riduzione degli impatti e delle emissioni degli impianti». Il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, ha preannunciato la costituzione di uno staff tecnico da affiancare nei tavoli che verranno istituiti: «È un bene - ha aggiunto - che non venga rispettato il protocollo Endesa, avremmo avuto ancora una mega-centrale. Saranno poi demoliti i gruppi a olio. Possiamo ragionare con maggiore tranquillità e in modo scientifico, per trovare la migliore soluzione, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico». Il sindaco Silvia Altran ha invitato a «lavorare con pragmatismo» a «dire la verità e a far capire ai cittadini come stanno le cose». Elementi chiari e concreti, non dichiarazioni fuorvianti. «Con l’istituzione del tavolo per l’ambiente abbiamo iniziato con il piede giusto. L’amministrazione ha richiesto anche una valutazione di impatto sanitario. Credo che il dialogo sia possibile e che ciascuno farà la sua parte».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo