Icgeb, 6 milioni di dollari da Bill Gates

La Fondazione del creatore di Microsoft dona al Centro altri fondi per aiutare l’Africa nello sviluppo di biotecnologie agricole
Di Donatella Tretjak

Tre più sei. Milioni di dollari. Mittente, la Fondazione Bill e Melinda Gates creata dall’inventore di Microsoft. Destinatario, il Centro per l’ingegneria genetica e le biotecnologie di Trieste. Insomma, l’Icgeb raddoppia: nel 2008 aveva già ottenuto un finanziamento per lo sviluppo di un vaccino contro la malaria e la formazione dei ricercatori per la biosicurezza delle biotecnologie agrarie; questa volta di tratta di oltre 6 milioni di dollari per un progetto mirato specificamente ai Paesi dell’Africa sub-sahariana (Burkina Faso, Ghana, Tanzania, Etiopia, Nigeria e Uganda) e mirato, soprattutto e di nuovo, alla sicurezza in tema di organismi geneticamente modificati. In sintesi, il personale del Centro che opera sì a Trieste ma anche a Città del Capo, in Sudafrica, dovrà occuparsi della formazione perché quegli Stati sappiano sviluppare, eventualmente, ogm tanto efficaci quanto sicuri.

«Non è una boccata d’ossigeno, è un’enorme boccata d’ossigeno per noi – spiega Decio Ripandelli, direttore delle relazioni internazionali dell’Icgeb –. Certo non copriamo le difficoltà su altri fronti, però ci dà visibilità, testimonia la credibilità internazionale del Centro e la sua unicità in questo settore raggiunte grazie a un approccio basato esclusivamente su valutazioni di carattere scientifico. E se la Fondazione Gates ha raddoppiato il finanziamento - aggiunge soddisfatto - beh, allora vuol dire che abbiamo svolto un buon lavoro».

Dunque, al centro di tutto ci sono le biotecnologie agricole: bisogna regolarne l’utilizzo e per questo occorrono programmi di formazione riservati a studenti ma anche ai funzionari governativi di quei Paesi sub-sahariani (dove cioè l’agricoltura potrebbe essere fonte di ricchezza, al contrario del nord Africa dove la scelta di sviluppo fatta è di tipo economico) in cui c’è già una capacità scientifica elevata (che significa rispetto della salute e dell’ambiente) ed esiste già una sorta di embrione legislativo sull’argomento. «Con il progetto - annota Ripandelli - diamo ai governi gli strumenti perché le decisioni vengano adottate su base scientifica, consapevolmente. Nulla di più. L’approccio del Centro – afferma ancora Ripandelli - è da sempre mirato alla promozione dell’uso sicuro e sostenibile delle biotecnologie: in questo modo andiamo a completare il lavoro che l’Icgeb sta già svolgendo nel settore della biosicurezza espandendo il suo raggio di azione globale».

E se per i funzionari verranno organizzati degli stage per agevolare lo scambio di esperienze e competenze in Paesi dove il quadro legislativo è più avanzato (leggi Canada e Australia) mentre per scienziati e rappresentanti delle autorità nazionali competenti in materia di ogm saranno promossi dei corsi di formazione teorici e pratici, per i giovani, invece, saranno bandite oltre 20 borse di studio perché possano partecipare a un master biennale studiato ad hoc con la collaborazione di prestigiose università internazionali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo