Il bagno del Cral di Trieste è nel degrado: «Un dormitorio come al Silos»
La denuncia del presidente Deferri: «Domenica 80 migranti nello stabilimento. Ho chiamato i carabinieri e cerco di fermare chi entra, sfondate anche le cabine

TRIESTE Uno stabilimento balneare trasformato in dormitorio. Anzi, per dirla con le parole del presidente del Cral di viale Miramare 30, perché di questo stiamo parlando: «Un albergo abusivo, dove vivono decine di persone senza fissa dimora. Una succursale del Silos, considerando che domenica scorsa abbiamo contato 80 migranti presenti - è la denuncia di Lorenzo Deferri - E la situazione peggiora di giorno in giorno, mentre nessun intervento è ancora partito dopo i danni delle mareggiate di novembre». Il numero uno del dopolavoro dell’autorità portuale, torna così alla carica. Mostrando sconsolato lo stato in cui versa la struttura.

La prima denuncia
Il 20 marzo Deferri aveva già segnalato il degrado causato da persone che si introducevano all’interno, bivaccando negli spazi e provocando ulteriori danni. A distanza di qualche settimana sono in aumento i clochard che vivono lì ormai stabilmente: il degrado è evidente. Letti di fortuna sono stati allestiti nelle cabine, con vestiti e asciugamani appesi, scorte di cibo e oggetti personali...
C’è chi si prepara da mangiare sul posto, con pentole e stoviglie, e chi utilizza ormai da tempo le toilette che però non sono agibili, con conseguenze facilmente immaginabili dal punto di vista dell’igiene e della pulizia. Le deiezioni, in parte coperte dalla carta igienica, sono presenti ovunque, soprattutto in molte cabine, con un odore nauseabondo, mentre al primo livello le porte sono state scardinate a calci per entrare e creare giacigli di fortuna.

Ingressi sfondati
Ogni accesso era stato chiuso, proprio per evitare che anche quei punti venissero rovinati, ma gli ingressi sono stati sfondati, come mostrano le profonde crepe sugli stipiti. «Mi domando – si chiede Deferri – chi pagherà questi danni che non sono stati ovviamente fatti dal maltempo. Ci hanno anche rubato parecchi lettini nell’indifferenza totale, perché nessuno interviene e nessuno ci sta aiutano». Qualche giorno fa il presidente del dopolavoro ha chiamato i Carabinieri: «Li ringrazio, sono venuti perché mi sono trovato per l’ennesima volta persone all’interno e perché i furti sono continui. Ho presentato regolare denuncia». Ma non essendo la zona costantemente controllata le incursioni sono costanti.
Bottiglie e avanzi di cibo
Al centro del grande spiazzo, dove di solito i bagnanti si ritrovavano per giocare a carte, per pranzare o per rilassarsi all’ombra, ci sono una serie di sedie e sdraio con bottiglie di alcolici e altre bibite sparse a terra. Spuntano anche avanzi di cibo e confezioni vuote. Spesso entrano triestini e turisti a prendere il sole, scavalcando le recinzioni e dribblando macerie e punti dissestati. «Non faccio altro che fermare gente, nonostante l’area sia delimitata – spiega Deferri – oltre agli “ospiti” fissi che utilizzano lo stabilimento come fosse un hotel».
Danneggiamenti a panche e vasi
Chi vive nelle parti al coperto del bagno «si è anche divertito spaccando vasi vicini alle cabine e lanciandoli di sotto. Alcune panche sono state divelte. «Vedere il Cral ridotto così è un dispiacere indescrivibile. Come si può non far niente davanti a un contesto di questo tipo? Bersagliato da vandali, diventato rifugio per migranti, riempito di deiezioni e depredato», dice Deferri fermandosi un attimo. Mentre racconta lo scenario quotidiano, deve far uscire dallo spazio fronte mare due ragazzine, stese al sole vicino a crepe e crolli, e ancora due turisti che hanno appena scavalcato la recinzione.
Il cantiere da avviare
Già, perché c’è anche il problema del cantiere ancora da avviare dopo le mareggiate. La terrazza più vicina al mare in un punto è collassata, pietre e detriti portati dal mare sono ancora dappertutto, manca un pezzo di tettoia e la pavimentazione è sconnessa. «Il dialogo c’è con l’Autorità portuale – precisa Deferri – ma nessun lavoro è partito dopo cinque mesi. E all’estate manca poco. Speriamo che qualcosa venga fatta in tempo per la bella stagione. Ma intanto questo luogo va presidiato e tutelato».
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