Il bar dell’ex valico diventerà autogrill

Sdag pensa al rilancio e alla valorizzazione del bar ristorante nei pressi dell’ex valico di Sant’Andrea, destinato a diventare una sorta di piccolo autogrill e sempre più punto di riferimento non solo per i camionisti ma anche per il traffico turistico. Lunedì sera il Consiglio comunale ha dato il via libera alla possibilità di modificare lo Statuto di Sdag, operazione mirata essenzialmente ad autorizzare la società di gestione dell’autoporto a gestire in proprio il servizio di bar e somministrazione. Un qualcosa che viene ritenuto assolutamente strategico nell’ambito del più ampio progetto di valorizzazione e rilancio dei servizi di Sdag. Per capirne il motivo è necessario fare un passo indietro.
Il bar si trova nell’ex area doganale a pochi metri dal confine con la Slovenia a Sant’Andrea, proprio lungo l’autostrada. La struttura è sempre stata gestita da soggetti esterni a Sdag, ma ora soffre il peso degli anni (risale al 1982) e i tanti cambiamenti che hanno mutato anche la tipologia dell’utenza. Ecco che il locale richiede un profondo rinnovamento, per il quale sono già in atto degli studi da parte di Sdag, mentre l’attuale gestore esterno ha presentato disdetta pur prorogando il servizio fino alla metà marzo. Dopo la palla passerà a Sdag, che gestirà la struttura in proprio fino a che, a lavori di ampliamento e rinnovamento conclusi (si ipotizza nel giro di un paio d’anni), cercherà un importante nuovo gestore specializzato nel settore a cui affidare il bar. O, meglio, l’autogrill, visto che è questa la tipologia di locale a cui la società guarda, con un’offerta completa e variegata per un’utenza decisamente ampia. «La struttura di ristorazione si trova in una posizione a dir poco strategica – spiega Cinzia Ninzatti, direttrice di Sdag –, essendo di fatto l’ultima area di servizio prima dell’ingresso in Slovenia. Inoltre a fianco c’è l’info-point che fornisce servizi fondamentali anche per il traffico turistico, e penso ad esempio alla vendita delle vignette autostradali». Un’attività dai numeri importanti e in netto crescendo, visto che nel 2017 sono state vendute 50mila vignette per l’autostrada slovena (erano 19mila nel 2015) e ben 32mila vignette elettroniche per l’autostrada ungherese, che si trovano solo a Sant’Andrea e all’autogrill di Duino. Sì, perché non molti sanno che per Gorizia passa l’asse viario più diretto e veloce per chi dal sud ovest dell’Europa vuol raggiungere Budapest e l’Ungheria. «Da tutto questo si capisce l’importanza di disporre di un centro polifunzionale di servizio per il traffico pesante e turistico assieme – dice Ninzatti –. Un vero e proprio piccolo autogrill, moderno e adeguato alle esigenze dell’utenza. Ecco perché abbiamo iniziato questo percorso che va nella direzione di incrementare al meglio i nostri servizi, anche in considerazione del fatto che Sdag fa parte della rete dei cosiddetti “Parcheggi sicuri” normata dall’Europa, e dunque punto di riferimento per chi si sposta». Tutto questo mentre negli ultimi anni anche i dati relativi agli accessi all’autoporto hanno fatto segnare finalmente una piccola ma incoraggiante inversione di tendenza. Se il post 2004, con la caduta dei confini, aveva provocato il primo crollo di presenze di mezzi pesanti (-70%) e gli anni successi avevano confermato e acuito la crisi, dal 2015 al 2017 (complice una prima, piccolissima, ripresa economica generale) Sdag ha per la prima volta registrato un incremento, con un +10%, pari a circa 6mila mezzi. «Nel 2017 abbiamo toccato quota 64mila soste di mezzi pesanti nelle nostre aree a pagamento – dice ancora la direttrice Ninzatti –, con gli autotrasportatori che hanno usufruito ovviamente di tutti i servizi alla persona, tra i quali in primis quelli igienici e poi, ovviamente, quello di ristorazione». E così, se dall’assessorato comunale alle società partecipate di Gorizia arriva un commento positivo agli sviluppi della Sdag («I dati su traffici e soste sono confortanti, e finora i piani sono stati rispettati»), anche l’amministratore unico Giuliano Grendene guarda con ottimismo all’operazione-bar: «Parliamo di un servizio fondamentale nel quale crediamo molto – dice –, guardando a un’utenza sempre più eterogenea e ai tempi che cambiano. Un progetto c’è già, e proseguiamo su questa strada».
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