Il caso Abbuffata alla doppia sfida Comune-Tribunale

Mentre la maggioranza fa quadrato attorno all’assessore Lorenzo Giorgi per il caso della pizzeria L’Abbuffata, la vicenda si appresta ad approdare in due aule diverse: una è quella del consiglio comunale, dove lunedì arriverà l’interrogazione presentata dal consigliere del Partito democratico Roberto Cosolini. Risponderà il sindaco Roberto Dipiazza. L’altra aula è quella del tribunale, almeno in potenza: i titolari della pizzeria stanno infatti concordando la possibilità di ricorrere a vie legali per diffamazione. «Noi siamo quelli più danneggiati da tutta questa polemica», dice Andrea Giovannini.
Partiamo dal fronte politico. Se dietro alle quinte la vicenda ha suscitato più di qualche malumore nel centrodestra, negli ultimi giorni la linea adottata è la difesa strenua dell’assessore. L’uscita del consigliere forzista Bruno Marini, che ha suggerito a Giorgi di rinunciare alla delega al Patrimonio, «anche per tutelare sé stesso», non è stata molto apprezzata da diversi esponenti di partito.
Se il capogruppo Piero Camber si è limitato a un invito a fare squadra, altri hanno stigmatizzato in privato la “rottura dei ranghi”. Le elezioni si avvicinano, e l’ultima cosa che gli azzurri desiderano è un pasticcio nella giunta triestina. Al contempo, però, il centrodestra continua a baloccarsi con l’idea di un rimpasto di giunta, che con ogni probabilità dovrà comunque essere effettuato dopo il voto regionale.
C’è poi il fronte legale. Andrea Giovannini, uno dei due titolari della pizzeria, ha incontrato ieri un legale e si prepara a un’azione per diffamazione. Nel mirino dovrebbe finire l’interrogazione di Cosolini, ma non solo. «Da quando è esploso il caso ci sono arrivati dei messaggi molto brutti - racconta Giovannini - soprattutto sui social network. Ci accusano addirittura di essere mafiosi e di riciclare denaro. Cose che intristiscono molto, visto che siamo sempre stati limpidissimi e che diamo lavoro a nove persone, che non hanno alcuna colpa». Aggiunge ancora Giovannini, che a sua volta è consigliere circoscrizionale di Forza Italia: «Vogliamo difendere il nome della pizzeria, anche perché alla fin fine noi siamo quelli che sono stati penalizzati. La polemica politica ci sta, ma qui ci finiscono di mezzo persone che non c’entrano nulla. Sono amareggiato».
Passiamo infine al consiglio. Dipiazza darà risposta all’interrogazione. Al centro del contendere, lo ricordiamo, c’è il ruolo dell’assessore al Patrimonio e al Commercio all’interno della pizzeria. L’Abbuffata affitta gli spazi dell’ippodromo (parte del patrimonio comunale) dalla società Nordest Ippodromi, che a sua volta gestisce la struttura per conto del Comune, con cui a fine 2017 era in debito di oltre 200mila euro. L’affitto è di 10 euro l’anno (come d’abitudine ormai da molti anni per tutte le realtà coinvolte). La società titolare dell’Abbuffata, la Gio.Ca.Gio., è proprietà di due storici amici di Giorgi, Giovannini e Patrick Caroppo. Dai tempi dell’apertura Giorgi ha preso parte alle attività del locale in veste di «addetto alla somministrazione», portapizze, «responsabile relazioni pubbliche» su TripAdvisor, e secondo alcuni testimoni anche in cassa. L’assessore giustifica il fatto dicendo che si tratta di «sostegno a degli amici», negando di aver alcun ruolo effettivo all’interno della società.
Questa la richiesta di Cosolini al sindaco: «Chiedo se valuti opportuna questa posizione dell’assessore al Patrimonio in un ambito legato proprio al patrimonio comunale, e quali azioni intenda svolgere nei confronti del concessionario per ricuperare un debito così forte tenuto anche conto del fatto che finora la gestione della stessa non pare aver utilizzato al meglio un asset significativo come l’attività di bar e ristorazione per valorizzarlo in modo da poter così far meglio fronte agli obblighi verso il Comune». L’interrogazione prosegue poi sottolineando lo iato fra l’entità dell’affitto e il debito del gestore dell’ippodromo. Da Dipiazza è attesa in aula una difesa a spada tratta dell’assessore.
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