Il caso diventa politico, Telesca “convocata”

Lunedì, su sollecitazione di Forza Italia, l’assessore regionale fornirà i chiarimenti in commissione
I consiglieri forzisti Riccardi e Novelli
I consiglieri forzisti Riccardi e Novelli

TRIESTE. Si saprà lunedì pomeriggio in Commissione Sanità perché le cose sono andate storte. Sulle due ambulanze dell’ospedale di Cividale, solo una era disponibile. Ma era impegnata a Udine, pare, per un’emergenza. L’altra è rimasta in garage perché non c’era personale sanitario a sufficienza. Semplicemente perché gli infermieri abitualmente in servizio erano ammalati, quindi assenti, da quanto risulterebbe. Ma l’organico, stando a fonti informate, era già ridotto all’osso. Tutto questo in un territorio di montagna, quello delle Valli del Natisone, che conta 30 mila abitanti. Ci vogliono, occhio e croce, 40 minuti per andare da una parte all’altra della vallata. Due ambulanze, dunque. E una ferma.

La vicenda si incrocia, inevitabilmente, con la riforma della Sanità della giunta Serracchiani approvata recentemente. La Commissione, la Terza, quella presieduta da Franco Rotelli del Partito democratico, è stata convocata con urgenza su spinta di Forza Italia, dal capogruppo Riccardo Riccardi e dal collega Roberto Novelli, pronti a riportare sul tavolo tutti i nodi della legge. Che, per Cividale, prevede la trasformazione del pronto soccorso in “primo soccorso”, con il dimezzamento dell’orario di apertura a 12 ore. Questione, questa, ampiamente sollevata dai sindaci della zona con feroci polemiche nei confronti della giunta.

E il tema, davanti alla cronaca, ora ritorna. Sarà quello il futuro assetto? Sarà capace di rispondere alle emergenze, tanto più di fronte a casi come quello dell’altra sera? In Commissione ci saranno l’assessore Maria Sandra Telesca e il Commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera di Udine, Mauro Delendi. «Quello che è successo - sostengono Riccardi e Novelli - merita un approfondimento, a partire dai motivi per cui delle due ambulanze previste per il turno diurno, fosse in servizio solo una e non due, come avrebbe dovuto essere».

Ambulanza senza addetti, muore a 47 anni
L'ambulanza parcheggiata davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Cividale (Petrussi)

«Certo - precisano Riccardi e Novelli -, bisogna riconoscere che non siamo in presenza di un effetto diretto della riforma, quanto del risultato di una possibile disattenzione nei confronti della sanità cividalese, che emergerebbe dalla carenza del servizio che non sarebbe stato riorganizzato a seguito dell'assenza di un infermiere. A fronte di questo episodio - concludono i due consiglieri - non vorremmo che le nostre perplessità sul futuro della sanità regionale si concretizzassero, nonostante tutte le assicurazioni che abbiamo ricevuto dalla giunta e dalla presidente sulla qualità e sul mantenimento del livello qualitativo della sanità del Friuli Venezia Giulia». Il direttore centrale dell’assessorato, Adriano Marcolongo, mette le mani avanti: «Prima di pronunciarci dobbiamo valutare come era organizzato il servizio, ho chiesto chiarimenti per sapere come mai non è uscita la seconda ambulanza. E comunque la riforma non c’entra nulla con quanto è successo». Ma Mariano Zufferli, sindaco di San Pietro al Natisone, comune di cui fa parte la frazione in cui è avvenuto il decesso del 47enne, è su tutte le furie. «L’altra sera il nostro territorio è rimasto scoperto e con la riforma ci dimezzeranno il pronto soccorso», spiega. «Noi della vallata stiamo combattendo per preservare la nostra sanità». Preoccupazioni anche in maggioranza. «Confermo che per Cividale si prevede un servizio limitato a 12 ore, anche se le ambulanze dovrebbero restare nel resto del tempo», evidenzia Stefano Pustetto di Sel. Il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli invita alla calma: «La legge prevede anche i mezzi di soccorso di vallata, se ci fossero stati forse si sarebbe impedita la tragedia. L’emergenza, che va rafforzata, è ancora più indispensabile delle strutture ospedaliere in senso stretto. Ed è lo spirito della riforma». Ma il forzista Novelli lo stoppa. «Se si chiude di notte il pronto soccorso e si posizionano i mezzi del 118 nella valle, come pare, si indebolisce il sistema», rimarca.

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