Il Csm nomina Drigani alla guida della Corte d’Appello di Bologna

il personaggio
Il presidente della Corte d’Appello di Trieste Oliviero Drigani guiderà la Corte d’Appello di Bologna. Drigani è stato nominato ieri mattina dal plenum del Consiglio superiore della magistratura con quattordici voti a favore. Secondo quanto si apprende, il presidente ha avuto la meglio sull’altro candidato, il consigliere della Corte d’Appello bolognese Roberto Aponte, a cui sono andate complessivamente otto preferenze. Si sono astenuti dal voto sia il primo presidente che il procuratore generale della Cassazione. Il magistrato, sessantasette anni, ha accolto con soddisfazione la notizia della propria nomina. Una scelta, quella della sua candidatura per il trasferimento a Bologna (Drigani ha avanzato richiesta circa un anno fa), dettata da esigenze prettamente familiari.
«Sì confermo – spiega al telefono il presidente della Corte d’Appello di Trieste – la verità è proprio questa». Il magistrato ha costruito gran parte della propria carriera giudiziaria proprio a Trieste: in passato è stato pubblico ministero nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Lo ha fatto per dieci anni, dal 1980 al 1990. Successivamente, fino al ’95, ha esercitato a Udine come giudice penale e presidente della Corte d’Assise, per poi fare nuovamente rientro a Trieste. In tutti questi anni Drigani ha assunto vari ruoli, in particolare anche quello di presidente della Corte d’Assise d’Appello (dal 2001 al 2009), per poi passare a presidente della Seconda Sezione civile (dal 2009 al 2016). Infine, quattro anni fa, ha assunto l’incarico di presidente della Corte d’Appello.
«È un nuovo impegno che affronto con la voglia di fare bene», riflette il magistrato commentando il suo nuovo incarico a Bologna. «Personalmente cercherò di portare avanti un modo di relazionarmi positivo, come ho sempre tentato di fare. Sia con i colleghi, che con gli avvocati e tutto il personale. Penso che ciò, in tutti questi anni a Trieste, abbia consentito di creare un certo clima. Perché per me – conclude Drigani – sono stati anni umanamente belli. Questo lo dico con tutta sincerità».—
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