Il destino in bilico di 36 ex manager

Sul versante penale risulta ancora aperta una miriade di posizioni individuali. Sono 36 e girano attorno alle ipotesi di reato di false comunicazioni sociali riguardanti il bilancio e/o bancarotta fraudolenta. Cinque di queste corrispondono alle uniche persone per cui i pm Federico Frezza e Matteo Tripani (gli stessi magistrati che nell’ottobre 2013 presero in mano l’esposto del socio Coop Livio Lonzar sviluppando l’inchiesta) hanno chiesto a fine 2016 alla Sezione gip il rinvio a processo: il futuro giudiziario dell’ex presidente Livio Marchetti, dell’ex direttore generale Pier Paolo Della Valle e dei tre sindaci Rodolfo Pobega, Tiziana Seriau e Michela Raffaelli si dovrebbe conoscere a breve, non appena il giudice Laura Barresi avrà deciso appunto a proposito delle richieste di rinvio a giudizio a loro carico. Non è detto che ciò succederà di sicuro, però la logica suggerisce come sia possibile, se non proprio probabile, che tali decisioni siano destinate a maturare non prima di un paio di mesi, quando cioè potranno essere chiarite altre posizioni: quelle per cui invece i due pm hanno chiesto l’archiviazione, contro cui però si è appellato l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, che per conto di un centinaio abbondante di soci Coop aveva inoltrato nel 2015 alla Procura un esposto denunciando un maxielenco di corresponsabili del “risparmio tradito”.
Proprio per giovedì 2 marzo, in effetti, davanti al giudice Guido Patriarchi, che della Sezione gip di Foro Ulpiano è presidente, è fissata l’udienza per la discussione dell’opposizione presentata dallo stesso Alunni Barbarossa (peraltro consigliere regionale ai tempi dell’amministrazione Tondo, cui invocò invano il commissariamento delle Operaie) contro la richiesta di archiviazione della Procura per 16 persone. Il nome eccellente, tra queste, ce l’ha l’ex vicesindaco socialista della Prima Repubblica Augusto Seghene, indagato come presunto uomo ombra di Marchetti, per il quale tuttavia, secondo i pm, alla fine non sarebbe comprovato il ruolo di amministratore di fatto non episodico. Ciò è contestato da Alunni Barbarossa, per cui invece sin dai primi atti di indagine della finanza ci sarebero evidenze tali da configurare un ruolo decisionale e continuativo. Gli altri 15 per cui il legale che rappresenta i cento soci reclama dal giudice Patriarchi un rinvio a giudizio coatto o la disposizione di un supplemento d’indagine della Procura - da quanto si apprende al momento - sono 14 membri del penultimo Cda che varò i bilanci ante 2012 (Carmela Amabile, Franco Bosio, Francesco Cernigoi, Renzo Codarin, Lino Crevatin, Salvatore Curreli, Carlo De Santis, Luigi Lai, Ester Marcon, Silvana Moro, Virgilio Pallotta, Roberto Pessot, Sergio Pizzotti e Lorena Vatta) e l’ ex sindaco Luciano Peloso. Indagati, a loro volta, erano ulteriori due ex sindaci - Antonio Collini e Giovanni Turazza - ma, mentre per il primo la possibilità di un’opposizione all’archiviazione che lo riguarda pare al momento ancora aperta, per Turazza, che si dimise dal Collegio sindacale dopo un brevissimo periodo, l’archiviazione è di fatto scontata in quanto non ci sarà opposizione.
Siamo così a 23 posizioni in ballo, corrispondenti al numero di persone effettivamente comparse nel registro degli indagati. Ma le cento “parti offese” di Alunni Barbarossa vanno oltre e chiedono, nell’istanza di opposizione, che finiscano sotto inchiesta e vadano se necessario a processo altre 13 persone, che in quel registro degli indagati nemmeno figurerebbero. Anche in questo caso il cognome eccellente è Seghene: è quello della figlia di Augusto, Alessandra, ex direttrice amministrativa delle Coop e come tale, secondo i ricorrenti, la redattrice materiale dei bilanci. Chiudono la lista dei non iscritti nel registro, che per Alunni Barbarossa sono però da indagare, altri quattro membri del penultimo Cda (Manuela Capitanio, Dario Crozzoli, Elisabetta Mereu e Giuliano Pavan, che non parteciparono alle assemblee d’approvazione di quei bilanci ma a proposito dei quali i cento soci ritengono non vada applicata la “consapevolezza soggettiva mancata”) e gli otto che entrarono nell’ultimo Cda venuto fuori dalle elezioni sociali di fine 2012 confermato per 11 poltrone su 19 (Franca Degrassi, Italo Galaverna, Giuseppe Gervasio, Alessandro Minisini, Andrea Montenesi, Daniela Pellegrini, Gabriella Siroki e Laura Zollia): per questi ultimi la contestazione è che, pur essendo arrivati dopo il “peccato originale” del bilancio 2011, con i loro voti successivi avrebbero comunque partecipato all’eredità dei suoi danni.
E a proposito di danni, l’obiettivo di Alunni Barbarossa è la costituzione dei suoi assistiti come parti civili in caso di processo a chiunque dei 36 in modo da poter poi ottenere la cosiddetta “liquidazione di parte civile” da chi venisse condannato. Anche qui, come per i soci in causa civile con la Regione, il calcolo del risarcimento è matematico: la differenza tra la somma originaria che ognuno vantava nel libretto e il totale dei rimborsi incassati dal piano Consoli.(pi.ra.)
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