Il dottor Monti saluta Panzano in pensione dal primo febbraio
Stavolta è un addio. Non come nel maggio 2017, quando per una rescissione contrattuale Panzano rischiò di perdere l’ambulatorio e quindi il servizio della medicina di base, ma in corner se ne salvò l’operatività. Questa volta, per davvero, il dottor Franco Monti appende stetoscopio e camice bianco al chiodo: dal prossimo mese, infatti, abbraccerà la meritata quiescenza dopo decenni di ininterrotto esercizio. Lo conferma il diretto interessato: «Come già molti dei miei pazienti sanno dal 1° febbraio sarò in pensione e cesserò l’attività di medicina generale».
Lo studio di Panzano, comunque, continuerà a essere aperto e operativo, secondo le ultime notizie giunte dall’amministrazione: subentrerà infatti la dottoressa Marianna Starnino, cui Asugi ha conferito l’incarico provvisorio. Un rione delicato, quello di Panzano, dove è consistente la fascia della popolazione anziana.
«Desidero porgere un affettuoso saluto ai miei assistiti, ringraziando per la fiducia che mi è stata accordata in questi anni di percorso insieme e auguro a tutti di poter proseguire un cammino ricco di salute e serenità», dice il dottor Monti, un pilastro della comunità dove fece ingresso ormai nel lontanissimo 1985, in sostituzione di un altro professionista stimato: Tarcisio Belci. Gran parte dei pazienti, racconta il dottore, sono gli stessi acquisiti quasi quarant’anni fa, che Monti, classe 1954, ha visto crescere, prender famiglia, invecchiare. Professionista attento e disponibile, il medico di base di Panzano, con studio anche ad Aris, ha assistito in questi anni a tutte le evoluzioni del mestiere e in particolare dal debutto della pandemia, che inevitabilmente ha impattato sulle vite degli ammalati e di chi li cura. Infine nella recrudescenza del Covid durante le ultime settimane, quando i dottori di Monfalcone (e non solo) si sono trovati subissati di richieste e pure a fronteggiare, in taluni casi, l’assenza di risposte dall’azienda sanitaria, come riferito da diversi ammalati. «È stato un periodo estremamente pesante – ammette il dottor Monti –, per fortuna nell’altro ambulatorio ho potuto contare su una segretaria molto professionale e paziente: mi chiedo oggi come si possa lavorare senza un collaboratore». In tempi di virus, infatti, capita che le telefonate si facciano imperiose o pressanti. E d’altro canto la professione medica è spesso appesantita dal carico di lavoro amministrativo. Un esempio? «Dalla pandemia – spiega Monti – il medico di famiglia si è trovato ad assolvere pure gli incarichi della medicina del lavoro per gli infortunati, facendo le veci, nel caso di visite e certificazioni, dei professionisti Inail». In generale, raccogliendo le impressioni di altri professionisti, poter disporre del fascicolo sanitario del paziente gioverebbe, assolvendo alla necessità di caricare manualmente i dati di esami e visite specialistiche. Potrebbe sembrare una banalità, ma non lo è, poiché l’operazione sottrae tempo che si potrebbe invece dedicare alle visite. Il medico di base Monti, dal canto suo, confida che proprio nelle difficoltà possa saltare fuori qualche buona idea per incentivare l’esercizio della professione, tra i giovani. Dopotutto se si pensa che nel 1984 c’erano due medici di base a Panzano e ora ne è rimasto solo uno (con incarico provvisorio),pur a fronte di una popolazione sempre più anziana, è evidente che c’è da rimboccarsi le maniche. —
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