Il gallo disturba i vicini e l’allevatore lo uccide

La decisione dopo la denuncia presentata ai carabinieri di Romans «Per evitare strascichi giudiziari ho anticipato il destino del pennuto»
Di Edo Calligaris

ROMANS. Fosse successo ai nostri giorni Pietro non avrebbe sentito cantare per tre volte il gallo, perchè il pennuto sarebbe stato ucciso prima perchè recava disturbo. È quello che è capitato a un povero gallo di Romans i cui “chicchirichì” disturbavano un vicino che aveva segnalato il caso ai carabinieri.

Se avesse avuto il dono della parola o la facoltà di scrivere, siamo certi che il gallo per salvarsi la vita avrebbe preparato un'arringa o steso una memoria scritta, con cui far presente all'homo sapiens, che se i suoi simili e la sua specie animale sono giunti fino a questo punto della storia, vuol dire che la loro presenza domestica nel mondo civile risulta quanto mai utile e ben accetta.

Aggiungiamo pure che se avesse avuto la facoltà, avrebbe potuto far altresì presente che in certe residenze abitative vengono spesso superati i decibel che lui solitamente emette con i suoi gorgheggi, eppure per tal motivo non si è mai avuta notizia che gli inquilini siano stati soppressi. Purtroppo, però, certe facoltà di difesa non gli erano state concesse in quanto madre natura gli aveva regalato solamente la possibilità di emettere dei chicchirichì. Canti soprattutto mattutini, che lui aveva liberamente elevato senza pensare che dovevano rientrare in certe fasce orarie per non intaccare la sensibilità, la tolleranza e a volte anche le nevrosi umane, evitando in tal modo di incorrere nelle loro ire, che alla fine gli sono costate la vita. Certo è che il suo destino, come quello di gran parte dei suoi consimili pennuti, era segnato fin dalla nascita, pur tuttavia, qualche anno di vita in più pensava forse di poterselo godere, considerando la sua ancor giovane età.

Ma tant'è che quelle sue naturali espressioni, canore per qualcuno, stridule e fastidiose per altri, pur emesse nel cortile di una casa isolata in via 1° Maggio sono state segnalate ai carabinieri, da qualcuno che mal sopportava quell'assolo gallico e alla fine, dopo aver ricevuto la notifica verbale, I. C., che aveva voluto allevare il gallo in questione, godendo di quanto la natura gli aveva concesso in termini canori, ha dovuto accelerare il destino del pennuto, zittendo a malincuore il suo canto.

«In verità avrei potuto oppormi a quella che ritengo sia stata una segnalazione ai carabinieri del tutto gratuita, illogica e inopportuna - ha fatto notare I. C. - ma per evitare inutili contestazioni o eventuali strascichi giudiziari, ho lasciato perdere il tutto e ho solo anticipato il destino del gallo. Un gesto con cui spero di aver fatto almeno contento qualcuno, che evidentemente non può godere di quel sonno con cui hanno invece dormito per secoli, in questa zona, tante generazioni di famiglie. Prendo comunque atto e in futuro ne riterrò conto - ha aggiunto I. C. - che questi ha il sonno leggero o disturbato, sapendo che questa è stata la seconda volta che i carabinieri mi hanno fatto visita. La prima volta è stata nel giorno in cui mio padre, coi suoi 91 anni, alle 7.30 del mattino aveva avviato la sega nel cortile di casa per tagliare delle lagna. «Lei vada in Comune - mi dissero allora i carabinieri - e si faccia dare gli orari entro i quali poter tagliare la legna. Fosse stato più giovane - ha concluso ironicamente I. C. - a mio padre avrei regalato una sega a mano, purché non facesse troppo rumore».

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