Il governo di Praga arruola i cittadini: «Sparate ai jihadisti»

L’esecutivo sta valutando un emendamento costituzionale che autorizza i privati ad aprire il fuoco in caso di attentati
People stay in front of candles close to a Christmas market beside the memorial church in Berlin, Germany, Wednesday, Dec. 21, 2016, two days after a truck ran into a crowded Christmas market and killed several people. (AP Photo/Michael Sohn)
People stay in front of candles close to a Christmas market beside the memorial church in Berlin, Germany, Wednesday, Dec. 21, 2016, two days after a truck ran into a crowded Christmas market and killed several people. (AP Photo/Michael Sohn)

TRIESTE. Il terrorismo sfida, la città risponde. Anzi, risponde un Paese intero, la Repubblica Ceca. Non è la trama di un film “poliziottesco” Anni Settanta, ma quanto potrebbe presto accadere tra Praga e Brno, quattrocento chilometri di distanza dalla Breitscheidplatz di Berlino, teatro dell’attentato al mercatino di Natale.

Attentato che ha provocato paura e tensione non solo in Germania, ma anche in Cechia, che conta una sua cittadina fra le vittime del camion guidato da Anis Amri, la giovane Nada Cizmar.

«Voglio assicurare che il governo sta facendo di tutto per evitare che atrocità del genere accadano anche sul territorio ceco», aveva dichiarato a caldo il ministro degli Esteri di Praga, Lubomir Zaoralek. E a due settimane dall’attentato arrivano ora le prime concrete risposte.

 

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E controverse, come quella messa sul tavolo dal ministro degli Interni ceco, Milan Chovanec, che ha pensato di proporre che i cittadini con le carte in regola e le armi registrate possano liberamente aprire il fuoco – senza temere conseguenze legali - se si dovessero trovare nel mezzo di un attentato terroristico.

In pratica, come ha successivamente illustrato l’agenzia di stampa nazionale Ctk, Praga sta pensando a un emendamento costituzionale che «rafforzi il diritto legale di possedere armi per garantire la sicurezza», permettendo ai cittadini cechi – e solo a loro, non ad altri cittadini Ue o a extracomunitari – di «difendersi contro i terroristi, durante attacchi simili a quelli messi in atto a Nizza o a Berlino».

Non si tratta, ha puntualizzato il dicastero degli Interni, di inserire in Costituzione qualcosa di simile «al secondo emendamento americano», bensì di estendere ai privati cittadini il diritto di usare le armi in casi di emergenza e non solo per difesa personale.

Sarebbe questa, ha aggiunto la Ctk, una delle vie più logiche per accrescere il livello di sicurezza e diminuire la letalità in caso di attentato, dato che «gli apparati dello Stato hanno capacità limitate di agire velocemente e in maniera efficace» durante un attacco terroristico.

Insomma, il messaggio è chiaro: cechi, se avete un’arma portatela con voi, potrebbe servire per una reazione «rapida e attiva», come ha specificato lo stesso ministro Chovanec in una nota. Nota in cui si auspica che ai cittadini della Cechia venga concesso il pieno diritto di usare le armi da fuoco non solo per difendere «la vita e la proprietà», come oggi, ma anche per contribuire «all’ordine interno, alla sicurezza nazionale» in caso di attacchi terroristici.

Gli attentati «hanno aumentato i timori fra la gente, sempre più cechi ottengono il porto d’armi e se la situazione non migliorerà il numero crescerà ancora», ha aggiunto Chovanec. Rimane ora da vedere che forma assumerà la proposta legislativa di Chovanec per l’“autodifesa allargata” e se e quando verrà approvata dal parlamento, anche se si parla già di un voto entro il prossimo autunno.

E bisognerà vedere anche quanti, fra i 300mila possessori di armi da fuoco in Cechia – sono 800mila quelle in circolazione, in aumento - decideranno di dare una mano alle autorità in caso di attacco terroristico, dopo aver superato dei test obbligatori al poligono, essere stati sottoposti ad esami di idoneità psico-fisica e addestrati a reagire in caso di emergenza, come dovrebbe prevedere la nuova legislazione.

Dubbi sono però già stati sollevati sulle reali intenzioni di Praga «di prevenire il terrorismo» e si è parlato di «isteria» in un articolo sul quotidiano tedesco Die Welt, che ha suggerito si tratti solo di una mossa elettorale e per foraggiare la florida locale industria delle armi.

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«Dilettanti armati aumenteranno l’insicurezza», ha fatto eco il giornale Pravo, ricordando che la proposta fa il paio con l’appello del presidente ceco, Milos Zeman, che aveva auspicato che «i cittadini si armassero contro il terrorismo».

Il quotidiano Hospodarske Noviny ha invece sottolineato che è pericoloso consigliare alla gente di «trasformarsi in 007 con licenza di uccidere», soprattutto in un Paese che non è «come Israele, che vive sotto una minaccia permanente e dove i cittadini», come in Svizzera, «seguono training militari» a intervalli regolari. Di certo, comunque la si veda, l’attentato di Berlino ha accresciuto il senso di vulnerabilità in Europa.

Una conferma indiretta arriva dalla vicina Austria, dove nel 2016 sono aumentate del cinque per cento le vendite di armi (57.000 quelle acquistate) e anche il numero dei suoi possessori (+9%). Insicurezza, più armi in circolazione, rischio terrorismo e paura sempre più diffusa. Il 2017 non sarà un anno facile. Soprattutto se in Europa si comincia a dire ai cittadini di prendere le armi.

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