Il gruppo dei "cronisti della storia"

Eventi, curiosità, aspetti particolari legati o derivati dalla Grande Guerra e in qualche modo connessi con il Friuli Venezia Giulia o con realtà di Francia, Ungheria, Germania o Polonia: è quanto propongono i ragazzi partecipanti al progetto “Comunicare ai giovani la Grande Guerra” negli articoli da loro scritti in veste di “cronisti della storia” tra giugno 2013 e giugno 2014.
Alcuni di questi articoli sono riprodotti in questa sezione speciale sul sito del Piccolo, gli altri verranno inseriti via via.
Laura Bologna, l’artista del gruppo ed autrice del logo e dei disegni dell’intero progetto, ha spiegato il significato del suo lavoro e le scelte operate. L’uso della bicicletta come mezzo di locomozione durante il conflitto è stato il tema dell’articolo di Serena Cecchinato, che traccia anche la biografia di due personaggi entrati nella leggenda: il romano Enrico Toti e il Muratore del Friuli Ottavio Bottecchia, il mitico Botescià dei francesi. Giada Cima si è occupata di quell’anno di guerra in più, che un secolo fa ha coinvolto Gorizia e Trieste, allora sotto dominazione austriaca, rispetto al resto d’Italia. Eva Vuch ha scritto su San Martino del Carso, luogo universalmente conosciuto per la poesia di Ungaretti e per il Valloncello dell’Albero Isolato, un pezzo di legno onorato dagli ungheresi. Agnes Comuzzi ha concentrato la sua attenzione sui Libri dell’Albo d’Oro, contenenti i nomi dei Caduti italiani nella prima guerra mondiale, che le Associazioni d’Arma regionali commemoreranno negli anni del Centenario. Diletta Cordani ha approfondito il cambiamento della condizione femminile intervenuto con quel conflitto, mentre Roberto Crosilla ha presentato il celebre film di Mario Monicelli La Grande Guerra, girato in gran parte in Friuli. Ritorna l’Ungheria in un altro articolo di Eva Vuch sulla vita di trincea di un soldato dell’Honvéd, l’esercito nazionale magiaro, raccontata in un libro dello studioso Roberto Todero. Silvia D’Arrigo ha sottolineato l’importante ruolo delle portatrici carniche, addette volontarie al trasporto di viveri e munizioni sul fronte alpino, e Francesco Di Martino ha spiegato come si arrivò in Italia alla decisione di onorare i Caduti celebrando la figura del Milite Ignoto. Incuriosito da una foto della famiglia di Papa Wojtyla, oggi conservata al Museo di Timau, Matteo Macchioro ha scritto della presenza polacca in Friuli e dei triestini, istriani, goriziani e friulani combattenti in Galizia con l’uniforme asburgica. Eva Vuch ha dedicato un articolo a Filippo Corridoni, noto giornalista, sindacalista e soldato, ricordato da un grande monolite che svetta sul Carso goriziano. Francesco Zardini, infine, parla degli elmetti, novità introdotta dalla Grande Guerra, spaziando dall’Adrian francese al modello tedesco, studiato da Schwerd.
Va precisato che gli autori dei testi non sono storici di professione, ma giovani appassionati che hanno approfondito lo studio dei vari argomenti e rendono note nella bibliografia e nella sitografia poste in calce ad ogni articolo, le loro fonti.
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